Abitudini di consumo nell’audiovisivo: i giovani stanno tornando al cinema

di redazione

Per il 50% dei giovani della generazione Z e dei teenager il consumo di contenuti audiovisivi è l’attività preferita nel tempo libero

Il consumo di contenuti audiovisivi è l’attività preferita in assoluto nel tempo libero per la Generazione Z. I giovani scelgono quindi di guardare film, serie e contenuti più di svolgere attività all’aperto e organizzare incontri conviviali (pranzo, cene e aperitivi). A conferma di ciò il fatto che a frequentare le sale cinematografiche siano soprattutto i giovanissimi e le famiglie con figli under 10.

Sono questi alcuni dei risultati emersi dall’indagine «Gli italiani e il cinema», realizzata da SWG per la Direzione generale Cinema e audiovisivo del MiC, e presentata ieri presso gli spazi dell’Italian Pavilion, in occasione dell’80 edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

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La perdita dell’abitudine alla frequentazione delle sale cinematografiche, la ricerca di una nuova qualità dell’offerta e l’attuale scenario economico italiano hanno influenzato particolarmente le scelte di consumo della popolazione, soprattutto dopo l’aumento dell’inflazione che ha limitato la capacità di spesa delle famiglie.

Nei primi cinque mesi del 2023, gli italiani sono tornati più frequentemente al cinema rispetto al primo semestre dell’anno scorso. Secondo lo studio che traccia un ritratto puntuale delle abitudini di consumo del pubblico italiano, ad oggi 1 italiano su 2 non va al cinema. Scenario in miglioramento rispetto al 2022, se consideriamo che la percentuale degli italiani che non andavano al cinema era del 61%, 11 punti percentuali maggiori di quella attuale.

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Bergonzoni: in autunno potremmo potenzialmente raggiungere i livelli pre-pandemici

«L’indagine evidenzia uno scenario complesso e variegato, con importanti implicazioni per il futuro della cultura in Italia e per l’industria cinematografica. Nonostante le difficoltà e il contesto economico, l’analisi dimostra che in autunno potremmo potenzialmente raggiungere i livelli pre-pandemici. Già al 31 agosto – quindi in soli otto mesi – è stato realizzato l’incasso dell’intero 2022» ha dichiarato il Sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni. Prosegue la Senatrice: «In questo senso, è fondamentale non solo offrire esperienze di alta qualità e offerte all’avanguardia, ma diventa cruciale anche la capacità di adattarsi alle nuove dinamiche e alle preferenze dei consumatori».

Un altro aspetto rilevato è la continua propensione dei consumatori verso l’audiovisivo, che attualmente coinvolge la maggioranza degli italiani (59%), superando persino i lettori regolari di libri (31%). Da notare anche una considerevole incidenza di fruitori di videogiochi regolari (22%), un pubblico potenzialmente favorevole alla programmazione filmica e alle sale.

I film rimangono il tipo di contenuto audiovisivo preferito dal pubblico, con il 72% dei partecipanti che li predilige, registrando un aumento del 5% rispetto al 2022 tra i fruitori regolari (37%).

Per il consumatore italiano il prezzo giusto per vedere un film al cinema è pari ad una media di 7,40 euro. Il range di costo accettabile, quindi, è compreso tra 6 e 8 euro. Le agevolazioni che attirano maggiormente il pubblico, poi, includono sconti per famiglie con bambini (75%), studenti (70%), disabili e anziani (56% e 52% rispettivamente). Anche iniziative come settimane tematiche, proiezioni in lingua originale per i giovani e rassegne di film cult o monografiche per gli anziani, risultano efficaci come spinta per il pubblico, coinvolgendo quasi due terzi degli spettatori.

L’interesse a frequentare le sale

Gli italiani inoltre riconoscono in iniziative come «Cinema in Festa» un incentivo per andare al cinema: l’opportunità di usufruire di biglietti a prezzo ridotto potrebbe aumentare significativamente l’interesse a frequentare le sale durante il periodo estivo. Si stima che tale impatto potrebbe ridurre del 24% la percentuale di coloro che non prevedono di andare al cinema (riducendola dal 50% al 38%), contribuendo anche ad incrementare i fruitori regolari dal 3% al 13%.

«I dati ci indicano che la sfida per i film italiani è comprendere e intercettare i gusti e le preferenze del pubblico e quindi devono costituire il punto di riferimento di tutta la filiera» ha aggiunto il Direttore generale Cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura Nicola Borrelli a commento dello studio.

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