L’onorevole: il governatore «sta gestendo la Regione Campania come sua proprietà privata»
«L’istituzione del Parco nazionale del Matese, sarebbe già avvenuta, così come si legge nella risposta inviata dal ministro Fratin con un’interrogazione parlamentare, se non ci fosse l’ostruzionismo della Regione Campania che, non fornendo i dati richiesti, di fatto blocca la prosecuzione dell’iter». Lo denuncia l’on. Marco Cerreto, capogruppo in Commissione Agricoltura, il quale sottolinea che il Governatore De Luca «sta gestendo la Regione Campania come sua proprietà privata senza tener conto di collaborazione istituzionale e senza considerare ciò che veramente porterebbe ricchezza nel nostro territorio».
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«E’ del tutto evidente – aggiunge – che a De Luca non interessa che il Parco, patrimonio di biodiversità e paesaggi straordinari, condiviso dalle Regioni Campania e Molise, che custodisce un patrimonio agroalimentare, ambientale, paesaggistico e storico di notevole valenza, potrebbe accrescere notevolmente l’indotto economico e turistico, muovendo altresì una mole di lavoro che darebbe occupazione a tanti giovani che spesso lasciano i propri luoghi di nascita in cerca di fortuna altrove».
Abuso di potere
«È giusto che si sappia che, come si legge nella risposta del Ministro, la Regione sollecitata da mesi non fornisce i dati richiesti per la perimetrazione e zonizzazione del versante campano. La Regione Molise ha fornito tutto. Mancano i dati della Regione Campania e De Luca è l’unico responsabile di tale blocco. Attendiamo risposte e soprattutto annunciamo che non staremo a guardare e non consentiremo un simile abuso di potere».
«Non esistono ragioni che impediscano – aggiunge – la collaborazione istituzionale e soprattutto non esistono spiegazioni valide che giustifichino un simile comportamento. Se ne assuma le responsabilità, il Governo Meloni è pronto ed ha tutto l’interesse ad istituire il Parco nazionale del Matese. Tutto considerato che l’incremento dell’estensione della superficie delle aree protette nazionali, come noto, è connesso all’assunzione degli impegni italiani per il raggiungimento dei target del 30% e del 10% di aree protette, a terra e a mare, nell’ambito della Strategia Europea per la Biodiversità al 2030, un ambizioso obiettivo che il Ministero dell’Ambiente ha convintamente sostenuto nelle sedi nazionali, europee ed internazionali».
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