Traffico di sostanze stupefacenti: quattro arresti nel clan Vigilia di Soccavo

L’organizzazione criminale consegnava anche pacchi di dolci alle famiglie bisognose per «comprare» il silenzio

Un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, in carcere e agli arresti domiciliari, è stata eseguita dalla Squadra Mobile di Napoli a carico di quattro persone, accusate di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, aggravato dal metodo mafioso e dalla finalità di aver agito per agevolare l’attività e gli scopi del clan Vigilia, operante nel quartiere di Soccavo.

Per neutralizzare le forze dell’ordine ed evitare che i cittadini potessero essere collaborativi con la polizia, la camorra impediva che si compissero furti e rapine nel quartiere Soccavo di Napoli e la domenica consegnava anche pacchi di dolci alle famiglie bisognose: è quanto emerge dall’ordinanza con la quale il Gip Anna Tirone ha disposto l’arresto di quattro presunti affiliati al clan Vigilia.

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Si tratta di Luigi Testa, 34 anni, Fabio Nardelli, 38, Francesco Florio, di 77 e Emanuele Summa, 35 anni il prossimo 28 agosto: per i primi due è stato disposto il carcere, mentre per gli altri i domiciliari. Complessivamente gli indagati sono 24, tra cui Alfredo e Pasquale e Vigilia, padre e figlio, quest’ultimo però ucciso a 24 anni, il 18 dicembre 2012, da due killer con colpi di pistola alla testa in un centro scommesse del quartiere Soccavo.

La vicenda dei dolci emerge dall’intercettazione di una conversazione in carcere a cui prendono parte il boss Alfredo Vigilia, suo nipote Pasquale e un altro affiliato ritenuto la guardia del corpo di Pasquale a cui erano state affidate le redini dell’organizzazione camorristica e che aveva l’ultima parola su tutto: «Stabilisci tu chi ha ragione e chi ha torto», gli dice Alfredo.

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Nella stessa conversazione, che risale all’ottobre 2016, il boss pone il veto a furti e rapine nel ‘suo’ quartiere. E qualora qualcuno venisse sorpreso a violare il diktat doveva essere preso a calci e spedito in un altro quartiere: «le guardie se la prendono sempre con noi, e poi è pure peccato, un quartiere così tranquillo», dice il boss parlando con i suoi interlocutori.

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