Incidente mortale in mare, lo skipper indagato per omicidio colposo e naufragio

Il comandante del Tortuga: ci hanno tagliato la strada

Deve rispondere di omicidio colposo e naufragio lo skipper di Massa Lubrense al timone del gozzo di nove metri che giovedì scorso ha impattato lo scafo del veliero Tortuga nelle acque di Amalfi, provocando la morte della turista americana Adrienne Vaughan.

Elio Persico, 30 anni, dipendente di una società di noleggio barche di Nerano, si trova ancora all’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno per le ferite riportate in seguito allo scontro. Gli esami tossicologici hanno evidenziato la presenza di alcol e cocaina nel sangue. Ma le quantità non eccessive rilevate hanno richiesto la ripetizione dei test per comprendere quanto tempo prima dell’incidente avesse assunto le sostanze.

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I figli affidati ai proprietari dell’hotel

Hanno rischiato di essere affidati ai servizi sociali i due figli di Adrienne Vaughan, la 45enne turista americana morta giovedì scorso ad Amalfi nell’incidente avvenuto nelle acque del Fiordo di Furore. La bambina di 12 anni e il bimbo di 8, che con i genitori erano sulla barca e sono rimasti illesi, sono anche temporaneamente senza il padre, Mike White, ricoverato in ospedale a Salerno per le ferite riportate.

L’intervento del consolato americano a Napoli avrebbe comunque garantito comunque la tutela dei due minori e l’assistenza psicologica necessaria. Il padre, operato a una spalla e alla mandibola, dall’ospedale però ha preferito affidarli momentaneamente ai proprietari della struttura presso la quale la famiglia stava trascorrendo le vacanze, Villa Giulia, a Sant’Agata sui Due Golfi, in attesa dell’arrivo di alcuni familiari già partiti dagli Stati Uniti.

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La ricostruzione del Tortuga

«Ci trovavamo in navigazione dall’isola Li Galli verso Amalfi. All’altezza del Fiordo di Furore, a circa 500 metri al largo della costa, una imbarcazione proveniente nel senso opposto inverte repentinamente la rotta ad una velocità tra i 20 e i 25 nodi, tagliandoci letteralmente la strada e quindi andando a impattare sotto la nostra prua». È la ricostruzione che Tony Gallo, comandante del Tortuga – il veliero colpito dallo scafo – fa dell’accaduto in una intervista a Fanpage.

«Ci siamo subito attivati – sottolinea Gallo – per allertare i soccorsi e recuperare i naufraghi. La signora che è poi deceduta è stata recuperata da due medici che si trovavano a bordo, è stata portata nel porto di Amalfi con un motoscafo di passaggio. A terra era ancora viva, purtroppo non sono riusciti a salvarla». «Le barche, come è noto, non hanno i freni. Nel momento in cui hai fermato i motori e ingrani la retromarcia per carcere di fermare il moto inerziale, i tempi di reazione non sono quelli che si vedono su strada. Al momento dell’impatto la mia imbarcazione aveva i motori fermi. L’altra, come si vede anche dai video consegnati alla magistratura, aveva ancora l’elica ingranata, anche dopo l’impatto», conclude il comandante del Tortuga.

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