Picchiata e insultata perché veste all’occidentale, Amina: «Famiglia mi vuole reclusa»

di Redazione

La 18enne chiede aiuto al crowdfunding per l’università

Oltre 220 donazioni in tre giorni, 7.127 euro raccolti. Diventa virale sul web la richiesta di aiuto lanciata su una piattaforma di crowdfunding da Amina, 18 anni, che spiega di essere fuggita da casa per sottrarsi al controllo rigido dei parte dei familiari marocchini (la madre e la sorella; il padre è morto otto anni fa) che, dopo aver scoperto il suo legame sentimentale con un coetaneo, avevano iniziato a controllarle il cellulare e le uscite, annunciandole che dopo il diploma superiore avrebbe dovuto interrompere gli studi.

Da pochi mesi cittadina italiana, Amina risiedeva in un piccolo comune del Salernitano, Castelnuovo Cilento, e poche settimane fa era riuscita a superare con successo l’esame di Stato nel liceo scientifico di Vallo della Lucania.

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Subito dopo l’ultima prova ha fatto perdere le sue tracce e tre giorni fa, su GoFundMe, ha raccontato nel dettaglio la sua storia al popolo del web, spiegando che i fondi raccolti le serviranno per frequentare l’università e diventare medico.

«Tre mesi fa – scrive Amina – quando la mia famiglia ha scoperto attraverso una conoscente che fossi fidanzata e che mi vesto come una adolescente occidentale, la situazione è degenerata. Quel giorno è stato un incubo. Appena tornata a casa ho provato una paura indescrivibile. Incrociavo solo sguardi d’odio, di delusione e di rabbia. Mia sorella ha iniziato a picchiarmi in faccia, io riuscivo solo a piangere, ma le parole mi colpirono più forte dei pugni che ricevevo in continuazione. ‘Hai portato disonore alla famiglia, se papà fosse ancora vivo ti avrebbe odiato, per noi sei morta’. Ho dovuto sentirmi dire le cose peggiori per tutto quel giorno e nei mesi successivi».

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Amina racconta che la madre e la sorella intendevano farla ritirare subito dagli studi, e che solo la paura di controlli in caso di un abbandono improvviso a poche settimane dal diploma le avrebbe convinte a farle frequentare il liceo fino alla maturità, ma in un clima di costante controllo dei suoi spostamenti

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