Corte dei Conti & Pnrr: un caso/polverone che può bloccarne la funzionalità

Il linguaggio propagandistico rende il confronto incomprensibile ovvero destinato solo a rendere impraticabile la funzione

Le istituzioni devono essere funzionali, se non riescono ad esserlo perdono le ragioni della loro necessaria esistenza. Orbene la notizia, uscita tra ieri e oggi, è quella relativa all’esercizio del controllo preventivo e concomitante della Corte dei Conti per le progettazioni incluse nel PNRR da scrutinare nel perseguimento degli obiettivi.

Ancora una volta i media sollevano un caso/polverone in cui per un verso i troppi controlli appesantiscono le procedure, e di converso i pochi controlli anziché snellire l’organizzazione istituzionale la rendono permeabile alle molte pressioni e complice del malaffare. In questo quadro si confrontano due visioni assolutamente strumentali che mirano solo a rendere inutile la discussione pubblica ed a confondere chi presta attenzione.

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Il linguaggio propagandistico rende, difatti, il confronto incomprensibile ovvero destinato solo a rendere impraticabile la funzione. Ebbene su questo piano bisognerebbe porre l’attenzione alla funzionalità o meno che la Corte dei Conti può esercitare in questi casi per rendere efficiente ed efficace l’organizzazione dello Stato per raggiungere gli esiti dovuti e voluti ed ottenere i finanziamenti utili ad un rilancio dell’economia e ad una semplificazione della macchina burocratica.

Ebbene sì, se si vuole che l’intelligenza organizzativa ed istituzionale dia risultati plausibili, è necessario che i barocchismi legislativi e i bizantismi del linguaggio giuridico non pieghino le ragioni dello Stato ad occasioni fallite destinate solo a favorire l’affermarsi di un tirannico Leviatano, che tutto inghiotte nell’incapacità di distinguere torto e ragione, bene e male, opportunità e responsabilità, furbizia ed intelligenza.

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