Scoperto anche il favoreggiamento alla latitanza di Eduardo Contini
Colpo al clan camorristico Ferrara-Cacciapuoti attivo nel comune di Villaricca, nel Napoletano. I carabinieri del nucleo investigativo di Napoli e di Castello di Cisterna e i finanzieri del gruppo di Giugliano in Campania hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Napoli su richiesta della Dda partenopea, nei confronti di 19 persone (di cui 3 già detenute), gravemente indiziate a vario titolo dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, violazioni alla normativa sulle armi e sugli stupefacenti e tentato omicidio, tutti aggravati dalle finalità di agevolazione del clan.
Indice Articolo
Le indagini hanno consentito di documentare l’attività a Villaricca del clan Ferrara-Cacciapuoti, storicamente rientrante (con quello Nuvoletta di Marano e dei Casalesi) nel cartello camorristico denominato Nuova famiglia, collegato all’ala corleonese di Cosa Nostra e militarmente contrapposto alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo.
Sono stati individuati i due distinti gruppi nel quale era articolata la struttura, uno facente capo alla famiglia Ferrara e l’altro ai Cacciapuoti, con l’individuazione dei vertici, tutti raggiunti dall’ordinanza, e di parte degli affiliati. L’organico del clan, secondo quanto emerso dalle indagini, si attesta sulle 50 unità, alle quali in caso di detenzione spetterebbero «stipendio» e copertura delle spese legali.
La latitanza del boss
E’ stato inoltre riscontrato il coinvolgimento dei vertici del clan nella latitanza di Eduardo Contini, capo dell’omonimo clan che insieme ai clan Licciardi e Mallardo rientra nell’Alleanza di Secondigliano, cartello contrapposto ai Mazzarella. A parlare dei «rapporti diplomatici» che il clan Ferrara-Cacciapuoti di Villaricca (Napoli) teneva con altre importanti componenti della camorra e della mafia campana è anche il collaboratore di giustizia Giuseppe De Rosa il quale riferisce agli inquirenti il 30 giugno 2015 di avere incontrato più volte il boss Edoardo Contini durante la sua latitanza. Emerge dall’ordinanza.
Il clan Ferrara aveva messo a disposizione di Contini un appartamento nei pressi della villa di Villaricca (Napoli) di Domenico Ferrara, componente di vertice dell’omonimo gruppo mafioso. Quest’ultimo svolgeva il ruolo di «ufficiale di collegamento» tra il boss Edoardo Contini e il reggente Patrizio Bosti, oltre che tra Contini e Bosti e il clan Mallardo (componente con i Contini e i Licciardi la cosiddetta Alleanza di Secondigliano). A Contini era stata anche riservata – riferisce ancora De Rosa – una dimora nei pressi di un noto parco giochi dell’hinterland a nord di Napoli.
Sono stati acquisiti, inoltre, elementi in merito al tentato omicidio commesso da un esponente del gruppo Mauriello, articolazione legata ai Ferrara, ai danni di un esponente dei Cacciapuoti.
Gli affari del clan
La frangia dei Ferrara era quella a vocazione spiccatamente imprenditoriale, in particolare nei settori dell’edilizia, della ristorazione, degli idrocarburi e del commercio di generi alimentari.
Il clan, che comunque trae parte delle proprie risorse dal traffico di stupefacenti, ha inteso preservare il territorio da attività ed attenzioni delle forze di polizia attraverso l’imposizione di un divieto di spaccio a Villaricca. Sono stati accertati 9 casi di estorsione, in particolare ai danni di imprenditori edili, titolari di palestre e di sale giochi, tenuti a versare somme per importi variabili (all’incirca da 1.500 a 5mila euro al mese) e destinate ad alimentare la cassa comune. I carabinieri hanno posto sotto sequestro 11 società per un volume annuo di affari di circa 16 milioni di euro.