La storica struttura potrebbe diventare un supermercato
L’Associazione politico culturale La paranza delle idee interviene con un comunicato stampa sull’ipotesi ventilata qualche giorno fa da un organo di informazione locale secondo la quale lo storico cineteatro Metropolitan di Torre Annunziata, ormai già da diversi decenni in disuso, potrebbe presto diventare un supermercato.
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La notizia, peraltro, riporta alla mente la recente vicenda dell’omonimo cinema di Palazzo Cellamare in via Chiaia a Napoli, per il quale, dinanzi al rischio di vederlo trasformato in un centro commerciale, la società civile partenopea si è fortemente mobilitata, invocando l’apposizione del vincolo di destinazione d’uso dei locali in ambito culturale.
Il sodalizio presieduto da Claudio Bergamasco chiede alla Commissione Straordinaria che sta reggendo il Comune oplontino di riavviare il dialogo con i cittadini e le Associazioni sul Piano Urbanistico Comunale, individuato come il contesto ideale per valutare anche la compatibilità dell’iniziativa in questione con la pianificazione complessiva del territorio e, in particolare, con la strategia di recupero che si sta predisponendo per i quartieri del centro storico cittadino.
La Paranza delle Idee: occorre un nuovo momento di dialogo
«A Torre Annunziata – esordisce il comunicato – urge una riflessione condivisa tra cittadini e Amministrazione comunale sulla rigenerazione urbana e, in particolare, sulla riqualificazione dei quartieri storici; è del tutto inutile e fuorviante discutere, oltretutto in assenza di un reale confronto con il Comune, di volta in volta del destino di un singolo edificio, per quanto lo stesso possa avere un valore simbolico, senza che sia chiaro il disegno di recupero del contesto circostante».
«Ciò – chiarisce l’Associazione – vale tanto per Palazzo Fienga quanto per lo storico cineteatro Metropolitan, di cui nei giorni scorsi la stampa locale ha dato notizia della possibile trasformazione in supermercato, suscitando reazioni contrastanti nei cittadini, divisi tra chi sogna un rilancio della struttura nel solco della sua funzione ricreativa e culturale e chi, invece, accoglierebbe con favore qualsiasi iniziativa in grado di porre fine allo stato di abbandono nel quale da decenni versa l’immobile».
«L’unico ambito in cui tale dibattito può trovare un senso, per la possibilità di verificare la coerenza di determinati interventi con l’indirizzo complessivo dato alle zone in cui gli stessi verrebbero realizzati, è quello del Piano Urbanistico Comunale; perciò – conclude La paranza delle idee – anche in considerazione del fatto che il precedente confronto si è tenuto su una proposta di Piano oggettivamente obsoleta nonché tenuto conto del termine perentorio del 30 giugno per l’adozione del PUC, esortiamo la Commissione Straordinaria che sta gestendo il Municipio oplontino a organizzare quanto prima un nuovo momento di dialogo con i cittadini e le Associazioni del territorio, confidando in una rinnovata domanda di partecipazione degli stessi alle scelte sul futuro della Città».
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