Migranti, bozza del decreto flussi: per i trafficanti pene fino a 30 anni per chi provoca la morte

di Antonella Di Martino

Per chi tenta un business trafficando vite umane le pene salgono a ben 16 anni

Il ‘grosso’ del decreto sui flussi e l’immigrazione irregolare, atteso oggi nel Cdm straordinario a Cutro, è, come da attese, il giro di vite sui trafficanti di vite umane. Con pene che salgono in maniera esponenziale, fino ad arrivare a 30 anni per chi provoca la morte, come nella strage nel piccolo comune calabro. Più in generale, per chi tenta un business trafficando vite umane sui nostri mari le pene salgono a ben 16 anni. Questo stando alla bozza del dl esaminato dal preconsiglio dei ministri, che si è concluso a Palazzo Chigi.

Nello specifico, «chiunque, in violazione delle disposizioni del presente testo unico, promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato ovvero compie altri atti diretti a procurarne illegalmente l’ingresso nel territorio dello Stato, ovvero di altro Stato del quale la persona non è cittadina o non ha titolo di residenza permanente, quando il trasporto o l’ingresso sono attuati con modalità tali da esporre le persone a pericolo per la loro vita o per la loro incolumità o sottoponendole a trattamento inumano o degradante, è punito con la reclusione da venti a trenta anni se dal fatto deriva, quale conseguenza non voluta, la morte di più persone. La stessa pena si applica se dal fatto derivano la morte di una o più persone e lesioni gravi o gravissime a una o più persone», si legge nella bozza.

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«Se dal fatto deriva la morte di una sola persona, si applica la pena della reclusione da quindici a ventiquattro anni. Se derivano lesioni gravi o gravissime a una o più persone, si applica la pena della reclusione da dieci a venti anni». Più in generale, per chi organizza il traffico di migranti sui nostri mari le pene passano dagli attuali ‘da uno a cinque anni’ ai ‘da due a sei anni’. Se poi il traffico riguarda un gruppo di 5 o più migranti le pene passano ‘da cinque a quindici anni’ a ‘sei fino a sedici anni’. Invariate le multe, che restano a 15 mila euro per ogni migrante fatto salire illegalmente a bordo.

I provvedimenti per i centri rimpatri

Potenziamento dei centri rimpatri, ma anche una stretta per quei centri dove i migranti arrivano e trovano condizioni fatiscenti, strutture malfunzionanti. Con tanto di nomine di commissari ad hoc. Sono alcune delle misure previste nella bozza del decreto. In particolare, all’articolo 9 è previsto il potenziamento dei centri di permanenza per i rimpatri «in deroga ad ogni disposizione di legge diversa da quella penale, fatto salvo il rispetto delle disposizioni del codice delle leggi antimafia».

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All’articolo 8, invece, sono contenute misure straordinarie in materia di gestione dei centri per migranti. E si prevede che, «qualora ricorra un grave inadempimento degli obblighi previsti» con «l’immediata cessazione dell’esecuzione del contratto», il prefetto possa, con proprio decreto, nominare «uno o più commissari per la straordinaria e temporanea gestione dell’impresa».

Il decreto flussi diventa triennale

«Per il triennio 2023-2025, le quote massime di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato per lavoro subordinato, anche per esigenze di carattere stagionale e per lavoro autonomo, sono definite, in deroga alle disposizioni dell’articolo 3 del decreto-legislativo 25 luglio 1998, n. 286, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri» si legge nella bozza del decreto. Quote «preferenziali» verranno inoltre assegnate ai lavoratori di Paesi che, «anche in collaborazione con lo Stato italiano, promuovono per i propri cittadini campagne mediatiche aventi ad oggetto i rischi per l’incolumità personale derivanti dall’inserimento in traffici migratori irregolari».

Nulla osta per il lavoro

Nel decreto, all’articolo 2, sono previste anche misure per la semplificazione e accelerazione delle procedure di rilascio del nulla osta al lavoro.

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