Il ministro: «Pm non possono decidere sulla segretezza»
«La classificazione della natura segreta, riservata, per legge appartiene all’autorità che forma il documento. Spetta al ministero definire la qualifica degli atti. E su questi abbiamo già risposto». Al question time il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha ribadito che gli atti divulgati dal sottosegretario Delmastro non sono segreti. Ma ha anche aggiunto, riferendosi all’indagine aperta dalla procura di Roma: «se la qualifica della segretezza dell’atto non dovesse più dipendere dall’autorità che forma l’atto, cioè dal ministero ma devoluta all’interpretazione della magistratura, potrebbe crearsi una problematica»
Prima di parlare delle dimissioni di Delmastro Nordio ha affrontato la questione degli atti il cui contenuto è stato riferito dal sottosegretario al vicepresidente del Copasir Giovanni Donzelli, che ne ha poi parlato in Parlamento. Si trattava di un documento del Dap in cui erano riportati i colloqui nel carcere di Sassari tra l’anarchico Alfredo Cospito e alcuni boss che lo incoraggiavano a proseguire la battaglia contro il 41 bis. Il ministro ha ribadito che l’apposizione della dicitura «limitata divulgazione», «rappresenta una formulazione che di per sé è inidonea a connotare il documento che è stato trasmesso come atto classificato. Quindi è una mera prassi amministrativa interna».
«Aggiungo, e adesso parlo anche dei giuristi, che per quanto riguarda il reato di divulgazione di segreto d’ufficio, la parola «segreto» non può essere interpretata in modo estensivo in malam partem – contro cioè la persona che è indagata. Tutti sanno che la norma penale può essere interpretata in modo estensivo soltanto in bonam partem. Quindi quello che è segreto è segreto, quello che non è segreto non rientra tra gli atti dei quali si sta oggi parlando».
Quindi il passaggio sulle dimissioni di Delmastro, in risposta a un’interrogazione del M5S: «è una aspirazione velleitaria e metafisica che la spedizione di un’informazione di garanzia possa costituire un oggetto di dimissioni. Se così fosse noi devolveremmo all’autorità giudiziaria il destino politico degli appartenenti a un’assemblea che oggi riguarda l’onorevole Delmastro, e un domani potrebbe riguardare ciascuno di voi».
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