Giorgia Meloni a Monaco: sul tavolo l’asse per Kiev. Con un occhio alle Europee

di Antonella Di Martino

Sabato prossimo alla Conferenza sulla sicurezza

L’Italia è fermamente dalla parte dell’Ucraina. Giorgia Meloni e Antonio Tajani lo hanno chiarito più volte nei giorni scorsi, dopo le controverse dichiarazioni di Silvio Berlusconi. La premier e il ministro degli Esteri lo ribadiranno sabato alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza, da decenni un appuntamento cruciale di politica internazionale, che quest’anno ha decisamente le sembianze di un vertice degli amici di Kiev.

I russi non sono stati invitati, ci saranno fra gli altri il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ministro britannico Rishi Sunak, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris, il capo della diplomazia del Partito comunista cinese Wang Yi, e non si esclude che partecipi (almeno con un videomessaggio) anche Volodymyr Zelensky.

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Un anno fa il presidente ucraino in Baviera definiva il suo Paese «lo scudo dell’Europa» contro l’esercito russo, che pochi giorni dopo avrebbe avviato la sua «operazione speciale» ordinata da Vladimir Putin. Dodici mesi più tardi, l’appuntamento di Monaco offre tre giorni di dibattito ad alto livello sulle sfide per la sicurezza, anche per un bilancio sulla coesione dell’alleanza e il suo impegno politico. La «regola di Monaco» per gli ospiti, ricordano gli organizzatori, è coinvolgere e interagire, non impartire lezioni o ignorarsi a vicenda.

Meloni è tornata a Palazzo Chigi dopo due giorni di influenza per cui ha annullato tutti gli impegni. Resta l’intenzione più volte annunciata di recarsi a Kiev, ma potrebbe essere non necessariamente prima dell’anniversario del conflitto, il 24 febbraio. Intanto ha confermato che sarà a Monaco, salvo imprevisti. In attesa che sia svelato il programma, si sa che fra l’altro è prevista la sua partecipazione a un panel moderato dalla giornalista della Cnn Christiane Amanpour.

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Macron e la sconfitta della Russia

Il tenore dell’appuntamento in Germania è reso dal discorso, preannunciato dall’Eliseo, di Macron, che evocherà «i mezzi per assicurare la sconfitta della Russia» e i «meccanismi» che permetteranno in futuro di «garantire la sicurezza» dell’Europa. Chi lavora al dossier ucraino seguirà con attenzione anche mosse e parole del capo della diplomazia cinese, che è impegnato in un giro delle capitali europee e, prima di Monaco, oggi sarà a Roma, dove dovrebbe incontrare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Tajani.

Le Europee 2024

Domani sarà nella Capitale la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, e attorno alle 11.30 è attesa a Palazzo Chigi. Appartenenti a due gruppi diversi, popolari e conservatori europei, la maltese e Meloni hanno forti affinità politiche. Al di là dei temi di stretta attualità, l’incontro può essere letto anche nella prospettiva delle Europee 2024.

Quando un anno fa Metsola, esponente del Ppe, fu eletta al vertice dell’Eurocamera al posto dello scomparso David Sassoli, Meloni, in veste di presidente dei Conservatori europei, esultava, augurandosi la ricostruzione di «un’alleanza di centrodestra anche in Europa, liberando il Ppe dal giogo dell’alleanza eterna con i socialisti che è cosa innaturale». In quella direzione continua a guardare la premier, come ha chiarito il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti: «Nelle prossime elezioni del 2024 il minimo comune denominatore deve essere quello di dare un diverso colore all’Europa con un’alleanza tra popolari e conservatori. È giusto lavorare per questo obiettivo».

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