Sud: non è una questione di quantità di risorse ma di qualità degli investimenti

di Mimmo Della Corte

Per l’utilizzo degli 82 miliardi Pnrr, Fitto ha voluto una governance unica composta da tutte le realtà locali delle 8 regioni meridionali

Arriva il congresso e il Pd prepara il nuovo manifesto programmatico. Ottima notizia! A patto, però, che contenga proposte concrete e non le solite montagne di fango contro gli avversari, che guardi agli interessi del Paese e non soltanto alla quantità di tasse da imporre, non ci riporti al dopoguerra e faccia i conti con il proprio passato.

Ma con Bonaccini, candidato favorito alla carica di segretario del partito che continua a vantarsene e le amministrazioni rosse che – nonostante l’inflazione già al top, ma destinata a crescere grazie agli aumenti dei tassi bancari decisi dalla Lagarde presidente della Bce (che ci mangiano 3,3 miliardi al mese di stipendi, pensioni e conti correnti e risparmi) e il caro energia che gonfia le bollette di imprese e famiglia – hanno detto «no» alla rottamazione delle cartelle sotto i mille euro, ma accusano l’esecutivo di non aver prorogato lo sconto delle accise di Draghi, c’è poco da stare allegri. Peggio per loro.

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A furia di inseguire moloch: lgbt, ambiente e diritti civili vari ed eventuali hanno stufato gli italiani che vorrebbero più attenzione per lavoro, sanità e sicurezza, demonizzando, un’ora sì e l’altra pure, la Meloni (che un sondaggio di Morning Consult, presentato al vertice di Davos, è ormai quarta nella classifica di gradimento dei leader mondiali e prima fra quelli europei) e chiunque la pensi diversamente da loro, continuano a perdere consensi. Forse gli va bene così.

La polemica per l’ex latitante

Può darsi, ma non giova alla democrazia e fa presagire al Paese altre settimane di polemiche inutili, come quella appena conclusa. Che magistrati e «Fedelissima», fossero riusciti, dopo trent’anni di ricerche, ad arrestare Matteo Messina Denaro, ultimo padrino della mafia, avrebbe dovuto inorgoglirci.

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Ma qualcuno ha preferito spargere fango, insinuando dubbi e trascinando l’Italia nella solita banale e pretestuosa disputa. A manette appena scattate ai polsi del boss, il comico Bizzarri ha cinguettato che «è stato arrestato uno che da trent’anni faceva il latitante a venti metri da casa sua». Perché non ha chiesto ai suoi amici della sinistra come mai tanto ritardo?

Di più, qualcuno ha insinuato, che si sia trattato di un aiutino per l’esecutivo in difficoltà e Saviano prima si è imbrodato: «Salvini e Meloni mi attaccano perché racconto la mafia» poi ha alluso: «Sanno e tacciono?». «la Verità» ha rintuzzato che «pur di dire che il governo è mafioso Saviano & c. si bevono il cervello». Ma chi glielo presta?

E alla premier Meloni per la quale «O si fa l’Italia o si muore», del che sono convinti tutti gli italiani, Acerbo (nomen omen), segretario di Rc ribatte che «è una grave offesa, punibile con la pena capitale» e per questo l’eroe dei due mondi, se ancora vivo, «l’avrebbe presa a fucilate».

Evidentemente non ha letto ciò che Garibaldi scrisse nel 1868 a Donna Adelaide Cairoli. «Ho la coscienza – confidava alla sua interlocutrice – di non aver fatto male; nonostante, non rifarei oggi la via dell’Italia Meridionale, temendo di esservi preso a sassate da popoli che mi tengono complice della spregevole genia… che regge l’Italia e che seminò l’odio e lo squallore là dove noi avevamo gettato le fondamenta di un avvenire italiano…». Dando, con largo anticipo, ragione a quell’oltre 60% di meridionali che di quest’unità, non si è ancora accorto.

Un’unica piattaforma progettuale

Ma, forse, per il Sud non è ancora il caso di perdersi d’animo. Con le risorse europee potrebbe esserci qualcosa di nuovo. Il ministro Fitto nell’attuazione del Pnrr – per finalizzare gli 82 miliardi del Pnrr, (che potrebbero diventare 202,4, se vi si aggiungessero anche i 54 Fs, i 58 Fsc e gli 8,4 React Eu a disposizione) non su singoli progetti, ma su un’unica piattaforma progettuale strategica – ha realizzato una governance unica composta da tutte le realtà locali delle 8 regioni del Sud.

Il che fa pensare a quel grande progetto complessivo Mezzogiorno che – e chi mi legge lo sa – vado proponendo da tempo ritenendolo indispensabile per farlo crescere. In maniera virtuosa, perché unitaria e non vuoto a perdere, perché a spicchi.

Un progetto che indichi quale ruolo debba toccare all’Italia del tacco: area agricola, industriale, turistica, mercato di vendita oppure… e quali infrastrutture realizzare perché lo sia. Pur tenendo conto che grazie alle notevoli potenzialità territoriali di cui è dotata, farla crescere non è questione di quantità di risorse, ma di chiarezza di idee sul suo futuro e di qualità degli investimenti.

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