La proposta di legge per indagare sulla violenza politica tra il 1970 e il 1989
Una proposta di legge per l’istituzione di una «commissione parlamentare di inchiesta sulla violenza politica negli anni tra il 1970 e il 1989». L’ha presentata Fratelli d’Italia alla Camera, primo firmatario il vice presidente di Montecitorio, Fabio Rampelli.
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Nell’intenzione dei proponenti la commissione avrebbe «il compito di accettare le ragioni che hanno impedito l’individuazione dei responsabili dei crimini di violenza politica ancora insoluti; ricostruire le vicende storiche politiche che hanno determinato i crimini e individuare eventuali convivenze tra gli autori degli stessi crimini e istituzioni e partiti politici; svolgere indagini approfondimenti in merito a possibili nuovi elementi che possono integrare le risultanze delle indagini giudiziarie svolte».
La commissione, composta da 20 senatori e 20 deputati nominati dal presidente del Senato e dal presidente della Camera, in proporzione al numero dei componenti del gruppi parlamentari, «conclude lavori entro 18 mesi dalla sua costituzione presentando alle Camere una relazione sull’attività svolte sui risultati dell’inchiesta». «Sono ammesse relazioni di minoranza», si legge. Nel testo della proposta si parla di «violenza politica tra il 1970 e il 1989» e di «crimini insoluti», senza menzionare alcuna matrice politica. Nella relazione che accompagna la pdl i proponenti hanno citato la morte di Sergio Rampelli o i fatti di Acca Larentia.
Antoniozzi: «Bene pdl FdI, morti destra di serie B»
«Il ddl Rampelli è perfetto: i morti di destra, innocenti, della drammatica stagione degli anni di piombo sono stati morti di serie B». Lo afferma Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. «Tutte le vittime innocenti, destra, sinistra, centro, autonomi- dice Antoniozzi – meritano rispetto, così come ovviamente i politici, i sindacalisti come Guido Rossi, i giornalisti, i magistrati, i poliziotti sono nel Pantheon della nostra nazione. I morti di destra, dai fratelli Mattei, a Ramelli, ad Acca Larenzia – aggiunge Antoniozzi – non hanno avuto giustizia: basterebbe vedere la vita di Achille Lollo per averne conferma».
«Uccidere un fascista non è un reato era il clima di quegli anni – aggiunge Antoniozzi – con Soccorso rosso e una rete che proteggeva i criminali anche all’estero. Bisogna fare giustizia per pacificare e se qualcuno vuole fare polemica riguardi la tragica immagine dei fratelli Mattei, arsi vivi per la colpa di essere i figli del segretario di sezione del Msi e rifletta».
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