Corruzione per la compravendita di loculi: arrestato il vice presidente della Provincia Caserta

di Redazione

In totale sono 6 le persone raggiunte da custodia cautelare in carcere

La Guardia di Finanza di Caserta ha eseguito sei misure cautelari nell’ambito di una indagine della DDA di Napoli. In carcere è finito, tra gli altri, il vice presidente della Provincia di Caserta Pasquale Crisci per il reato di corruzione con l’aggravante del metodo mafioso.

I fatti riguarderebbero l’assegnazione dei loculi cimiteriali nel comune di Santa Maria a Vico (Caserta) di cui Crisci, esponente dei Moderati, è stato vice sindaco ed è attualmente consigliere comunale di opposizione.

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Sarebbe intervenuto dietro il pagamento di somme di danaro per far assegnare una cappella cimiteriale e dei loculi ad un esponente della camorra: è quanto contestato al vicepresidente della Provincia di Caserta Pasquale Crisci, 47enne finito in carcere stamani per corruzione col metodo mafioso per fatti relativi al 2019, periodo in cui era consigliere comunale di maggioranza nel comune di origine (divenne poi anche vicesindaco), ovvero Santa Maria a Vico, nel Casertano; oggi Crisci, oltre all’importante ruolo in Provincia, continua a essere consigliere comunale nel suo paese, ma di opposizione.

Pasquale-Crisci
Pasquale Crisci

Con Crisci sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza di Marcianise anche il 51enne Domenico Nuzzo, ritenuto dalla Dda un affiliato al clan camorristico Massaro, il pregiudicato di 49 anni Carmine Liparulo, il 55enne Carmine De Lucia, originario di Santa Maria a Vico ma residente a Reggio Emilia dove in passato è stato anche consigliere comunale, il 58enne dipendente comunale addetto al cimitero Giovanni Papa e l’imprenditore 44enne Giuseppe Pascarella.

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Per la Dda e le Fiamme Gialle, Nuzzo, contando sulla forza intimidatoria del clan, avrebbe prima estorto al titolare della società aggiudicataria dei lavori di ampliamento del cimitero di Santa Maria a Vico una cappella gentilizia del valore di 44.000 euro, ottenendone poi l’assegnazione grazie a documentazione falsa e all’intervento di Crisci e Pascarella. Dagli accertamenti è emerso un vero e proprio mercimonio attorno a loculi e cappelle del cimitero di Santa Maria a Vico, e un soggetto è stato addirittura trovato in possesso di 16 loculi. Le indagini proseguono.

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