Controllava se ci fossero ordinanze di custodia cautelare
Il narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale, neo collaboratore di giustizia, aveva accesso agli archivi dell’Interpol. A rivelarlo è lui stesso, in uno dei quattro verbali di dichiarazioni depositati qualche giorno fa dalla Procura di Napoli ai giudici del Riesame.
Ebbe la necessità di controllare se ci fosse, o meno, un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Raffaele Mauriello, figlio dell’ex killer del clan Di Lauro Ciro Mauriello, diventato ex reggente del clan Amato-Pagano di Secondigliano.
Raffaele era in Spagna e già lavorava per conto di Imperiale. Seppe però che era stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti: «…feci fare un controllo nei sistemi Interpol, – rivela – tramite un amico marocchino, non aveva ancora l’ordinanza e gli dissi di venire (a Dubai)». A Mauriello venne affidato il compito di gestire, per Imperiale, le relazioni con uno dei gruppi camorrististi del Rione Traiano di Napoli e anche con un broker di Secondigliano che acquistava 80-100 chilolgrammi di cocaina al mese.
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