Cambieranno le norme sui condoni, Musumeci: «Abusi non sono tutti uguali»

di Redazione

Il ministro: «Fondi per abbattimenti e via piano adeguamento clima»

«Gli abusi non sono tutti uguali, la normativa attuale ha bisogno di interventi concreti e qualche volta anche radicali». Il ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, ha le idee chiare e, di fronte all’ennesima tragedia del dissesto idrogeologico, promette cambiamenti e fondi in un un Paese con il 94% dei comuni è a rischio e il piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici è fermo in attesa di approvazione dal 2018. La tragedia di Ischia, dunque, riporta alla luce un tema sul quale il nuovo governo Meloni – che ha ripristinato il ministero della Protezione Civile – sembra quanto mai intenzionato a voler lavorare sin da subito.

Lo stesso Musumeci, alla sua prima uscita da ministro una settimana fa, aveva evidenziato l’«assurdità» della mancanza di un piano climatico in Italia. Una road map senza la quale, ha ricordato oggi lo stesso ministro, non si può avviare il percorso per una strategia nazionale di prevenzione, oggi più che mai urgente e necessaria.

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Un percorso sul quale è impegnato anche la Protezione Civile insieme con i governatori di tutta Italia, un paese dove «abbiamo più di 620.000 frane censite, cioè conosciute, abbiamo un territorio ampiamente sismico, in alcune aree e Regioni tutti i Comuni sono classificati con importanza sismica di rilievo», ricorda Fabrizio Curcio, capo del Dipartimento.

Netta distinzione sugli abusi

Questa mattina l’ex governatore siciliano è tornato a ribadire la necessità di stanziare ulteriori finanziamenti a beneficio dei comuni che abbiano intenzione di procedere all’abbattimento di edifici abusivi, stando comunque vicino ai sindaci perché – ha ricordato – «spesso dietro l’abusivismo edilizio ci sono le organizzazioni criminali».

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Ma, ha spiegato, «bisogna fare una netta distinzione tra chi ha aperto una finestra in più e non doveva aprirla e l’abuso di chi ha costruito un villino sulla spiaggia o in una zona ad alto rischio come è accaduto purtroppo ad Ischia». I finanziamenti, in realtà, sono già disponibili per le amministrazioni che ne facciano richiesta, come ricordato oggi dal deputato Pd Andrea Orlando che, nel 2013 – da ministro dell’Ambiente -, istituì proprio un fondo per la demolizione delle opere abusive. E, proprio il prossimo 14 dicembre, scadrà inoltre il bando del ministero delle Infrastrutture per il sostegno del 50% del costo degli abbattimenti degli edifici abusivi eseguiti dai Comuni.

E, di fronte alla richiesta di personale fatta in questi giorni dalle amministrazioni in ritardo con le operazioni, il ministro per gli Affari Regionali, Roberto Calderoli, ha rilanciato l’ipotesi della reintroduzioni delle Province. «Purtroppo – da detto – moltissimi Comuni in Italia e in Lombardia hanno dimensioni ridotte e si sono trovati in difficoltà con la soppressione delle province, che potevano svolgere funzioni per conto dei comuni più piccoli. Credo che la ridefinizione di un soggetto intermedio fra Regioni, comuni gradi e piccoli sia qualcosa di determinante».

La polemica politica

Sul tema dei condoni, infine, si è scatenata l’inevitabile polemica politica, con uno scambio di accuse tra i vari schieramenti. Nell’occhio del ciclone, in particolare, il provvedimento del governo Conte che, nel 2018 – ricorda Legambiente – inserì in un comma del Decreto Genova la possibilità di sanatoria. «Una casa di Casamicciola realizzata abusivamente nel 2000 in una zona a rischio – spiega l’associazione ambientalista – non poteva essere sanata col condono Berlusconi del 2003. Grazie al decreto Genova del governo Conte 1, è diventata sanabile e ricostruibile coi soldi pubblici».

«Il condono modello ‘85, nel 2018 fu approvato anche con il voto di quegli specialisti di Forza Italia, oltre che con quello della Lega. Ed ora, almeno il silenzio di tutti loro sarebbe opportuno», le parole dell’ex M5S, Gregorio De Falco, poi espulso dal gruppo pentastellato

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