Il senatore: «Mandato a legali di procedere contro l’agenzia»
«Il senatore di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso, ha dato mandato ai propri legali di procedere in sede civile e penale nei confronti del direttore della agenzia Dagospia in riferimento alla campagna aggressiva perpetrata nei suoi confronti con perseveranza e in modo continuativo, con notizie false e interpretazioni diffamatorie, come dimostrano una serie ripetuta di articoli privi di ogni fondamento, peraltro poi smentiti dai fatti, in ogni recente significativo passaggio politico e istituzionale». Lo rende noto l’ufficio stampa del senatore Adolfo Urso.
«È accaduto – spiega – con la campagna denigratoria tesa a impedire l’elezione del sen. Urso a presidente del Copasir, i cui risultati peraltro sono conclamati; poi riproposta nelle stesse modalità nel tentativo, peraltro anch’esso fallito, di impedire che lo stesso realizzasse una importante missione a Washington, quindi con la nomina a ministro della Repubblica per la quale addirittura si chiama in campo persino la più alta carica dello Stato».
«Peccato che nessuno degli interlocutori a cui Dagospia fa riferimento abbia mai dato credito alle sue falsità, come dimostra persino il riconoscimento del ruolo svolto dal sen. Urso e dal Copasir da lui presieduto nei comunicati ufficiali della presidenza dell’Ucraina, il pieno successo della sua missione negli Stati Uniti, la conclamata amicizia con lo Stato di Israele, le pubbliche attestazioni degli interlocutori occidentali in incontri e meeting pubblici».
«Peraltro, Dagospia aveva già oltre dieci anni fa realizzato una analoga campagna, in quel caso sul patrimonio immobiliare del sen. Urso, poi ripresa da altri quotidiani. In quella occasione, le testate e i giornalisti che attinsero a quell’articolo come se fosse notizia vera e seria, furono tutti condannati a un significativo risarcimento dei danni. Mentre Dagospia, lamentando mancanza di fondi ed evidentemente consapevole della non vericidità dei fatti riportati, richiese al sen. Urso una transazione con l’impegno a pubblicare una rettifica ove dichiarava espressamente che l’articolo era del tutto inveritiero. Impegno che, tra l’altro, non è stato rispettato, come è nello spirito della Testata. Anche per tali motivi stavolta non si accetterà alcun tipo di transazione», conclude.