Minacce al giornalista Mimmo Rubio: tre persone indagate

di Redazione

«Arriva qualche speranza dalla giustizia»

Tre avvisi di conclusione indagini sono stati notificati a tre persone nell’ambito delle indagini sulle minacce rivolte nel 2018 a Mimmo Rubio, giornalista di Arzano (Napoli), finito nel mirino della camorra per il suo lavoro di inchiesta e denuncia della criminalità.

A darne notizia, è stato proprio Rubio, oggi, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella sede del sindacato unitario giornalisti Campania alla presenza del segretario del Sugc, Claudio Silvestri, e del presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti. «Due di questi – ha detto ancora Rubio – sono già in galera, ora arriva qualche speranza dalla giustizia». Il giornalista – riposta una nota congiunta del Sugc e della Fnsi – ha ringraziato il sindacato per la vicinanza e il sostegno.

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«Noi non siamo eroi, – ha voluto sottolineare il cronista finito sotto scorta – siamo solo cittadini che cercano di fare il proprio lavoro. Lo facciamo dovendo confrontarci con le minacce, con la precarietà del lavoro e le ristrettezze economiche, persino con alcuni colleghi che cercano di delegittimarci». «Quando lavoravo per un giornale queste minacce non le ricevevo», ha detto Mimmo.

Silvestri: «Situazione allarmante, con 10 giornalisti sotto tutela nella sola provincia di Napoli»

«Oggi – ha evidenziato Claudio Silvestri – i giornalisti che fanno queste inchieste senza un editore alle spalle, lo fanno a mani nude: sono un avamposto di resistenza civile sul territori». Il segretario del Sugc ha snocciolato i numeri di una «situazione allarmante, con 10 giornalisti sotto tutela nella sola provincia di Napoli» e rivendicato il ruolo dell’Assostampa e dello sportello messo a disposizione dei colleghi minacciati: «È diventato un punto di riferimento e questo è un bene, ma siamo molto preoccupati per quello che accade sul nostro territorio».

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Da qui l’appello rivolto alle istituzioni a «sostenere le iniziative a tutela dei colleghi che subiscono intimidazioni» e ai media, locali e nazionali, «a tornare a illuminare i territori infestati dalla criminalità. In alcune zone del nostro Paese – ha osservato – lo Stato è stato sostituito dall’antistato. Fare informazione in quelle aree, senza tutele, è pericoloso e molto difficile». Sul «pericolo sempre presente della delegittimazione» si è soffermato anche il presidente Giulietti, che ha rilanciato l’appello del segretario Silvestri rivolto al governo e al Parlamento, a intervenire «con atti concreti in difesa del diritto dei cittadini ad essere informati» e ai media a «tornare sui territori oscurati per illuminare i covi dove si annida il malaffare».

Il presidente Fnsi ha quindi ribadito l’impegno «a essere sempre accanto ai colleghi minacciati per via del loro lavoro e a recarci nei luoghi da dove queste minacce arrivano – ha assicurato – ed esortiamo le istituzioni locali a fare lo stesso, a costituirsi parte civile nei processi contro chi minaccia i giornalisti». Al centro dell’incontro anche i pericoli per la libertà di stampa rappresentanti delle querele temerarie e l’«aggravante» in caso di minacce verso le giornaliste, che spesso vengono prese di mira con insulti sessisti e dunque colpite due volte: in quanto professioniste e come donne. La conferenza stampa si è conclusa con un applauso per la scorta di Mimmo Rubio.

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