Il senso della DC … nella dimensione siciliana post-moderna e nell’ottica nazionale

di Rino Nania

Ieri, la DC, era pensiero differente. Oggi, invece, la sua fine evoca un mondo senza più valori e partecipazione

La Sicilia ha sempre avuto un ruolo decisivo nelle elaborazioni politiche italiane e non per nulla il Presidente della Repubblica, On. Sergio Mattarella, proviene da questa isola ed ha attraversato tutte le stagioni della DC, anche nella sua crisi definitiva, pagando un enorme sacrificio familiare con la morte del fratello Piersanti. Oggi la DC, come nuova, vuole vivere una sorta di resurrezione, partendo da questa regione, con Totò Cuffaro, ma non so quanto possa essere possibile.

Tuttavia trovo storicamente necessario affrontare il tema della Democrazia Cristiana in Italia, laddove si è persa quella dimensione sacrale con cui la Chiesa ispirava anche in politica, attraverso il suo partito di riferimento, la diffusione ed il senso di taluni valori, quali solidarietà, l’appartenenza ad una famiglia originaria e nella forza di questa visione si faceva immergere la gente in una socialità che assumeva i contorni necessari di uno spazio che avesse valori certi e idee orientate a dare una direzione di marcia allo stare assieme dei cittadini.

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Questo tratto distintivo si caratterizzava in una logica da tempi lunghi in cui tempo e pazienza coniugavano e proporzionavano energia da profondere e obiettivi da raggiungere e soprattutto conteneva quelle aspettative, sempre più grandi e sempre crescenti, in cui il fare politica era qualcosa di diverso dal fare economia.

Oggi questa dimensione appare lontano dall’essere una prospettiva.

Intanto perché la società si è sempre più laicizzata ed è approdata ad una dimensione, che non appartiene più al mondo delle gerarchie verticali. Così, come qualifica e sostiene Jean-François Lyotard, si vive adesso in un mondo in cui il sorgere e il mutare di senso dell’apparato di pensiero tecnoscientifico, e con esso l’avanzare impetuoso delle nuove tecnologie, muta radicalmente il bisogno e la necessità di porsi in relazione con l’altro e gli altri, sino a divenire vere e proprie protesi di linguaggio, cioè modi del pensiero dalla struttura innovativa.

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Lyotard non ha inteso, in siffatto approccio, solo valorizzare la tecnoscienza, ma anche, e soprattutto, dare e/o riconoscere una sorta di pari dignità a tutti i linguaggi, senza più porre una modalità di pensiero come «superiore» rispetto alle altre.

Nell’aggiornato quadro la DC è divenuta fossile in questa modernità?

Forse perché non ha saputo recuperare il messaggio della Chiesa perché non è riuscita a cogliere gli aspetti innovativi se non come una sorta di laicizzazione? Dilapidando il suo patrimonio di valori?

Fatto sta che la DC finisce, prima e oltre la prosaica corruzione pervasiva e istituzionale della sua classe dirigente, forse perché è stata contaminata nell’anima. Così non ha saputo recuperare il messaggio di Don Sturzo, laddove si assumeva coscienza di una sorta di responsabile antagonismo (ad esempio coniato con l’anticomunismo), mettendosi al pari degli altri partiti nazionali, sì da determinarsi e determinare una tendenza attraverso il contributo nello sviluppo del vivere civile, elevando in questa maniera i principi morali e sociali della Chiesa a momento qualificante, secondo l’appello del ’19, che vedeva lo Stato come una costruzione e sincera espressione della volontà popolare.

Qui cade la DC, ovvero quando inciampa sulla questione morale, giacchè non possiede più l’ispirazione di un paradigma di valori che desse forza allo stare insieme e fosse in grado di resistere alla frantumazione della vita in comune.

Beh … socializzare era un momento di elevazione umana, rappresentava un inizio e lo si svolgeva nell’incarnare attraverso la politica il significato solidale delle comunità. Adesso gli espedienti di vita non solo hanno condotto alla laicizzazione del messaggio cristiano, ma hanno rafforzato la propensione alla solitudine, laddove il COVID ha impresso alla vita quotidiana la paura dell’interagire, senza dare nuove soluzioni, se non quella tecnologica del vivere a distanza.

Così storicizzandosi in questo contesto la politica anziché procurare sicurezze, mantiene e sollecita la tendenziale rappresentazione del bisogno dell’isolarsi, ossia diventando monadi aride e non più uomini e donne, capaci di sentimenti e di empiti di bellezza: quali il valore dell’amicizia, dell’amore, dell’aiutarsi e migliorarsi attraverso il reciproco apprezzamento ed il necessario scambio dialettico tra saperi differenti. La DC, anche la DC, era pensiero differente, oggi, invece, la sua fine evoca un mondo senza più valori e partecipazione.

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