Cosimo Di Lauro, disposti esami medici e tossicologici. L’avvocato: «Sembrava uno squilibrato»

Aperto un fascicolo per omicidio colposo

La Procura di Milano ha disposto una consulenza medico legale e tossicologica per chiarire le cause della morte, nonché quali fossero le condizioni di salute nell’ultimo periodo di Cosimo Di Lauro, ex reggente dell’omonimo clan di camorra deceduto nel carcere milanese di Opera, dove era detenuto in regime di 41bis.

Il pm di turno Roberto Fontana ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti, un atto «prudenziale» appunto per svolgere l’autopsia e gli accertamenti medico legali e tossicologici. A quanto si è saputo, sul corpo del boss e nella cella non sarebbero stati trovati segni evidenti o elementi che possano allo stato far ipotizzare un suicidio o una morte violenta. Al momento si propende quindi per una morte per cause naturali ma saranno gli accertamenti medici a fare chiarezza.

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L’avvocato Saverio Senese: «Ormai non rispondeva alle domande, era sempre sporco»

«Ormai non rispondeva alle domande, era sempre sporco, assente; sin dall’inizio ho sempre avuto la sensazione che fosse uno squilibrato». A parlare è l’avvocato Saverio Senese, legale di Cosimo Di Lauro, boss di «gomorra», reggente del omonimo clan fondato dal padre Paolo, deceduto, per cause che non sono state ancora rese note, stamattina nel carcere milanese di Opera dov’era detenuto in regime di 41bis.

L’ultimo contatto con il suo cliente che, malgrado tutto, ha comunque difeso «per deontologia professionale», risale a quando era chiuso nel carcere di Rebibbia, molti anni fa, quasi una decina. «Durante i colloqui mi fissava – ricorda Senese – ma dava la sensazione che non fosse in grado di comprendere. L’autorità giudiziaria riteneva stesse fingendo. Se così è stato allora era anche un grande attore…».

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Secondo quanto si è appreso anche i rapporti con la sua famiglia ormai erano cessati da tempo. Nel 2015 venne presentata una denuncia al DAP ed al garante dei detenuti proprio per mettere in evidenza l’immobilismo delle autorità competenti nei confronti del suo stato di salute (secondo una perizia di parte era affetto da una grave patologia psichiatrica) ma il comportamento di Cosimo è stato sempre ritenuto riconducibile a una strategia finalizzata a ingannare i giudici.

Stringatissima la lettera con la quale il DAP ha comunicato il decesso all’avvocato Senese: «Con riferimento al detenuto indicato in oggetto (Di Lauro Cosimo, nato a Napoli l’8 dicembre 1973, ndr), suo assistito, si comunica che in data odierna alle ore 7.10 ne è stato constatato il decesso»

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