Il vice capo dell’intelligence militare ucraina: «Noi utilizziamo da 5.000 a 6.000 proiettili di artiglieria al giorno»
La guerra in Ucraina sembra debba dover andare avanti ancora a lungo e da Kiev arriva ancora un appello all’Europa e agli Stati Uniti: servono altre munizioni. Il vice capo dell’intelligence militare ucraina Vadym Skibitsky ha dichiarato che l’Ucraina sta perdendo contro la Russia in prima linea e che ora dipende quasi esclusivamente dalle armi provenienti dall’Occidente per tenere a bada la Russia: «Questa è ormai una guerra di artiglieria. I fronti sono ora il luogo in cui si deciderà il futuro e stiamo perdendo in termini di artiglieria. Tutto ora dipende da ciò che l’Occidente ci dà», ha detto al Guardian.
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«L’Ucraina ha un pezzo di artiglieria contro 10-15 pezzi russi. I nostri partner occidentali ci hanno dato circa il 10% di quello che hanno loro», ha spiegato Skibitsky, «noi utilizziamo da 5.000 a 6.000 proiettili di artiglieria al giorno. Abbiamo quasi esaurito tutte le nostre munizioni (d’artiglieria) e ora stiamo usando proiettili standard Nato da 155 calibri».
«Anche l’Europa sta fornendo proiettili di calibro inferiore, ma man mano che l’Europa li esaurisce, la quantità si riduce», ha aggiunto. Le osservazioni di Skibitsky sono in linea con quelle dell’intelligence militare statunitense, citate da un report dell’Afp: secondo fonti militari l’Ucraina ha esaurito gli armamenti di progettazione sovietica e russa e ora dipende completamente dagli alleati per le armi.
La situazione in Donbass
In Donbass l’esercito russo sta avendo un parziale successo nella regione di Donetsk consolidandosi sulle linee occupate, mentre continua la battaglia nella città dell’Ucraina orientale Severodonetsk: lo afferma lo Stato maggiore delle forze armate ucraine, citato da Unian. «Le unità nemiche hanno cercato di effettuare operazioni di assalto in direzione degli insediamenti di Nyrkove e Mykolaivka ma l’esercito di Kiev ha contrattaccato costringendole a ritirarsi con perdite», dichiara nel report quotidiano lo Stato maggiore.
Il ritiro da Severdonetsk
I russi hanno ritirato le restanti truppe Buryat da Severdonetsk perché sono notevolmente più deboli di quelle ucraine: lo ha detto il capo dell’amministrazione militare della regione di Lugansk, Serhii Gaidai, riferendosi all’etnia dei miliziani provenienti dalla zona in cui viene addestrata la brigata dell’estremo oriente russo che avrebbe compiuto i massacri di Bucha. Lo riporta la Ukrainska Pravda.
«Stanno cadendo come mosche. I russi hanno ritirato le restanti truppe Buryat da Severdonetsk perché non possono resistere ai combattimenti con i difensori ucraini», ha detto Gaidai. Secondo il funzionario, inoltre, le forze russe stanno sparando intensamente sulla vicina Lysychansk con armi di grosso calibro in grado di penetrare il cemento. Per questo, ha spiegato, gli abitanti di Lysychansk sono in grave pericolo anche nei rifugi.
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