Secondo la Dda Michele Olimpo gestiva gli interessi del clan Mallardo
Sono state le intercettazioni, e poi anche le immagini dei sistemi di videosorveglianza, a incastrare il dentista finito agli arresti domiciliari per avere «agevolato» Michele Olimpio, ritenuto dalla Dda reggente del clan Mallardo di Giugliano in Campania. Nel marzo del 2018 Olimpio ha avuto la necessità di tornare a Giugliano per gestire gli interessi del clan e soprattutto per risolvere una questione riguardante il suo «delfino» Stefano Cecere (anche lui finito in arresto).
Per questo motivo, secondo gli inquirenti della Dia e della Dda, contattò il dentista per dirgli che aveva mal di denti e che per questo motivo doveva essere visitato. Ma fu lui a indicare le date che il medico doveva menzionare nel certificato: «Antonio (nome di battesimo del dentista, ndr) però devi fare 22 e 27 (marzo 2018)». A ritirare il certificato fu il figlio di Michele Olimpio.
Tra l’ottobre del 2016 e il dicembre del 2017, numerose istanze sono state presentate al Tribunale di Sorveglianza di Vercelli relativamente a visite odontoiatriche presso quello studio dentistico. Emblematica, infine, è l’intercettazione di una serie di conversazioni, in occasione, il 16 dicembre 2017, di un controllo dei carabinieri nel domicilio dove si sarebbe dovuto trovare il reggente.
Tra le varie telefonate agli atti ce n’è una nella quale la moglie del reggente, parlando con la cognata, dopo avere accertato che il marito era lì, evidenzia la necessità di informarlo repentinamente di doversi subito recare dal dentista in quanto lì i carabinieri, non avendolo trovato a casa, si stavano recando allo studio dentistico per verificare la veridicità delle attestazioni notificate. I militari dell’arma non trovarono Olimpio né nell’abitazione dove si sarebbe dovuto trovare ai domiciliari e neppure dal dentista, dove si sarebbe dovuto sottoporre a visita, come attestato dallo stesso dottore.
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