Nessun danno all’opera, gesto dimostrativo
Ha lanciato una torta contro il vetro blindato che protegge la Gioconda, poi è stato espulso dal Louvre un giovane esaltato che inneggiava alla “salvezza del pianeta”.
L’episodio è avvenuto oggi nel museo parigino del Louvre, che ospita il quadro più famoso del mondo, davanti al quale stazionano in permanenza decine e decine di visitatori.
L’episodio non è stato ripreso, ma sui social pullulano le foto del quadro di Leonardo da Vinci con il vetro che lo protegge imbrattato di bianco, probabilmente crema o panna, e di un addetto del Louvre che lo pulisce.
In un video postato si vede l’imbrattatore, un 36enne che viene allontanato dagli inservienti del museo e che mentre si allontana continua a gridare le sue ragioni. Ha una parrucca in testa, appena fuori posto, e spinge da solo una sedia a rotelle sulla quale con ogni probabilità era seduto al momento di passare all’azione. Probabilmente proprio la simulata condizione di handicap gli ha consentito di avvicinarsi indisturbato con il pacco contenente la torta che aveva intenzione di scagliare contro il ritratto di Monna Lisa.
Non è il primo gesto incontrollato contro la Gioconda negli ultimi anni. Nell’agosto 2011, una donna russa lanciò una tazza da tè contro il celebre dipinto, e anche il quel caso la tazza non fece danni, si infranse contro il vetro di protezione. La donna era in stato di alterazione, si seppe poi che voleva sfregiare un simbolo per protesta contro il mancato ottenimento della nazionalità francese.
Nessun danno neppure nel 1956, quando un folle entrò al Louvre e lanciò dell’acido contro il quadro. Diverso l’esito dell’attacco di un “lanciatore di pietra” come fu definito allora – e immortalato da una copertina della ‘Domenica del Corriere’ – che colpì il celebre quadro con un sasso, infranse il vetro e danneggiò un angolo del dipinto, con la pittura ad olio che si staccò. Furono necessarie alcune settimane di “cure” per riportare la situazione quanto più possibile aderente all’originale. L’autore del gesto risultò essere un boliviano, in apparente stato confusionale.