Ucraina, Kiev: «Guerra fino a quando non faremo la nostra ‘Stalingrado’»

«Penso che la guerra continuerà fino a quando non faremo la nostra ‘Stalingrado’, la nostra battaglia di Kursk sui russi». Lo ha detto il consigliere del ministro degli interni ucraino Anton Gerashchenko alla tv ucraina, secondo quanto riporta l’agenzia Unian. Secondo Gerashchenko, «la controffensiva ucraina vicino a Kharkiv ha dimostrato che Kiev potrebbe sferrare un ‘pugno’: spingere i russi fuori dai nostri territori con forze superiori».

«Abbiamo bisogno di ricevere ancora di più e ancora più velocemente armi dai nostri alleati, dobbiamo preparare meglio le unità, perché ci sono perdite non solo« tra i russi, «ma anche dalla nostra parte. Ma la nostra motivazione a difendere la nostra terra è enorme, mentre per i russi la motivazione a combattere nel territorio dell’Ucraina praticamente non c’è», ha aggiunto.

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I difensori ucraini di Azovstal sovrastimati

I russi «potrebbero aver sovrastimato il numero dei difensori ucraini che sono stati evacuati dalla Azovstal per massimizzare il numero di prigionieri di guerra russi che possono essere scambiati con i soldati ucraini o per evitare l’imbarazzo di dove ammettere che hanno tenuto un assedio di mesi contro soltanto ‘centinaia’ di soldati ucraini» dice il think tank militare statunitense American Institute for War Studies (Isw). Gli esperti militari americani rilevano inoltre che i soldati russi avrebbero «riguadagnato alcune posizioni prese dalla controffensiva ucraina a nord della città di Kharkiv». Infine, osservano, «le forze russe si stanno probabilmente preparando per una più grande controffensiva ucraina e per un conflitto prolungato sull’asse meridionale».

Sei civili uccisi nel Lugansk

Intanto sale a 6 il bilancio dei civili uccisi nei combattimenti in corso da ieri nel Lugansk. Lo riferisce il capo dell’amministrazione militare regionale di Lugansk Sergiy Gaidai su Telegram. «Sei persone sono morte e sono in corso combattimenti alla periferia di Severodonetsk», afferma Gaidai, precisando che nell’attacco di ieri mattina su una scuola a Severodonetsk «due persone sono morte sul colpo, altre 3 sono in ospedale», tutti «membri della stessa famiglia». «Inoltre, un uomo e una donna sono morti la sera vicino alla loro casa a Severodonetsk. Due donne sono state uccise dai bombardamenti russi a Lysychansk e Privilege».

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Kiev, avanti offensiva russa Donbass

Le truppe di Mosca continuano a «condurre operazioni offensive nella zona operativa orientale al fine di stabilire il pieno controllo sul territorio delle regioni di Donetsk e Lugansk e mantenere il corridoio di terra con la Crimea temporaneamente occupata». Lo afferma lo Stato maggiore delle Forze armate ucraine nell’ultimo aggiornamento pubblicato su Facebook, aggiungendo che «nel prossimo futuro, si prevede che il raggruppamento di truppe nella direzione di Kharkiv sarà rafforzato da unità della prima armata di carri armati del distretto militare occidentale».

«I bombardamenti continuano lungo tutta la linea di contatto», prosegue lo Stato maggiore, precisando che nelle direzioni di Volyn e Polessky, nell’Ucraina settentrionale, «la situazione non ha subito cambiamenti significativi in generale. C’è un aumento del sistema di intelligence elettronica e guerra elettronica nelle aree confinanti con l’Ucraina. Permane la minaccia di attacchi missilistici e aerei su obiettivi ucraini dal territorio della Bielorussia».

La Russia punta sui droni

«Gli aerei con equipaggio russi continuano per lo più ad evitare di condurre missioni sul territorio ucraino, probabilmente per la minaccia dell’intatto sistema di difesa missilistica aerea ucraino», ma «se la Russia continua a perdere droni all’attuale ritmo, la capacità delle forze russe di intelligence, sorveglianza e ricognizione sarà ulteriormente deteriorata, con un impatto negativo sull’efficacia operativa».

Lo afferma il Ministero della difesa britannico nell’ultimo aggiornamento dell’intelligence diffuso su Twitter. L’intelligence britannica evidenzia come nella guerra Russia-Ucraina gli aeromobili a pilotaggio remoto (Uav), ovvero i droni, abbiano «giocato un ruolo cruciale per entrambe le parti, nonostante abbiano sofferto un alto tasso di perdita. I droni si sono dimostrati vulnerabili» sia al rischio di essere abbattuti sia ai problemi elettronici.

La Russia, in particolare, ha provato a replicare quanto fatto in Siria, usando i droni per individuare obiettivi da colpire con jet da combattimento o artiglieria. Ma, osserva l’intelligence, Mosca si è probabilmente trovata a fare i conti con i limiti della propria capacità di produzione interna a causa delle sanzioni».

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