Coinvolti nel blitz che portò all’esecuzione di 59 misure cautelari
Restano in carcere Angelo e Luigi Moccia, ritenuti ai vertici dell’omonimo clan, ai quali i carabinieri del Ros di Napoli, all’alba dello scorso 20 aprile, hanno notificato due delle 59 misure cautelari emesse dal gip Maria Luisa Miranda su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame al quale i legali dei fratelli Moccia hanno presentato appello, pochi giorni dopo le notifiche. Gli avvocati dell’altro fratello di Angelo e Luigi, Antonio, hanno invece presentato un’istanza alla Corte di Cassazione.
Il Riesame aveva già confermato le misure cautelari emesse nei confronti di Filippo Iazzetta, cognato dei Moccia, nei confronti di Gennaro Moccia, figlio di Angelo, e di Benito Zanfardino genero di Iazzetta.
All’inizio della prossima settimana sono attese le decisioni del Riesame in merito alle istanze di appello presentata da altre dieci persone che figurano tra i destinatari delle misure cautelari notificate lo scorso aprile insieme con un sequestro, operato anche dalla Guardia di Finanza, di beni per 150 milioni di euro.
Gli inquirenti della DDA, a vario titolo, contestano agli indagati i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, auto riciclaggio, fittizia intestazione di beni, corruzione, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, ricettazione, favoreggiamento, aggravati dalla finalità di agevolare il clan Moccia.
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