Concorsi truccati, tre condanne e tre assoluzioni a Napoli

di Redazione

Condanne per 2 agenti della penitenziaria e un caporale dell’Esercito

Si è concluso con tre condanne e tre assoluzioni il primo processo, svoltosi con rito abbreviato, nato dall’indagine della Procura di Napoli su un giro di tangenti in relazione ai concorsi pubblici per accedere alla Polizia Penitenziaria e alle forze armate.

Le condanne, per corruzione, hanno riguardato i due agenti della Polizia Penitenziaria che svolgono anche funzioni sindacali, Errico Spena e Maurizio Russo. Difeso dall’avvocato Pietro Rossi, Spena, per il quale il pm aveva chiesto 12 anni di reclusione, è stato condannato dal Gup di Napoli Di Palma a 5 anni e otto mesi (gli sono state riconosciute le attenuanti generiche); Russo a sei anni e sei mesi di carcere.

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Quattro anni e due mesi invece per Giorgio Spina, caporal maggiore dell’Esercito. Aveva invece patteggiato una pena di due anni l’altro imputato Vincenzo Petrella, ritenuto colui che avrebbe corrotto i due agenti per riuscire a superare la prova psico-attitudinale al concorso per la penitenziaria.

Il gup ha poi assolto l’assistente capo della Polizia Penitenziaria Aniello Aversano (difeso dall’avvocato Angelo Raucci), in servizio al carcere di Santa Maria Capua Vetere, e ritenuto dalla Procura di Napoli colui che avrebbe mediato tra Petrella e gli agenti. Assolti anche altri due imputati: Kevin Romano e Riccardo Silvestro.

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L’inchiesta, che ha portato nel novembre scorso all’esecuzione di 14 misure cautelari, è stata condotta dal Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria (Nic), e ha consentito di portare alla luce una trama di episodi corruttivi intessuta, tra la fine del 2020 e la prima metà  del 2021, dai due agenti della Polizia Penitenziaria Spena e Russo, i quali avrebbero promesso e in alcuni casi effettivamente procurato a partecipanti ai concorsi per il reclutamento in corpi delle forze armate (Carabinieri, Esercito e Aeronautica Militare) e nella Polizia penitenziaria, il superamento delle prove psico-attitudinali, a fronte della corresponsione di somme di denaro.

Nell’episodio relativo a Petrella, residente a Grazzanise, è stata un’intercettazione ad incastrare i due agenti, sentiti dagli inquirenti mentre parlavano di una somma di 20mila euro da ricevere dal candidato. Peraltro Spena e Russo furono arrestati a luglio 2021 dai poliziotti del Nic perché sorpresi in flagranza, all’interno degli uffici di un’organizzazione sindacale, mentre ricevevano 8mila euro.

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