Le misure cautelari riguardano anche quattro ex funzionari
Figura anche quello riguardante le centraline di sicurezza tra gli appalti di RFI finiti a ditte riconducibili alla fazione Schiavone del clan dei Casalesi: lo sostiene la Procura di Napoli che ritiene centrale, in quest’inchiesta, la figura di Nicola Schiavone, 68 anni, amico di lunga data di Francesco Schiavone, conosciuto anche con il soprannome di “sandokan” e, proprio in virtù di questa amicizia, gestore delle risorse accumulate dal boss detenuto della mafia casalese.
Oggi, su richiesta dei sostituti procuratori Antonello Ardituro e Graziella Arlomede, sono state notificate 35 misure cautelari emesse dal gip di Napoli Giovanna Cervo nell’ambito di una indagine della DDA partenopea che mira a fare luce sugli appalti di RFI finiti nelle mani di imprese ritenute legate alle ditte del clan.
Il giudice, accogliendo le richieste degli inquirenti, ha disposto il carcere per Nicola Schiavone il quale, emerge dalle carte dall’indagine, riesce anche ad entrare in contatto con i vertici di RFI avvalendosi della sua figura di consulente delle ditte. Le misure cautelari riguardano anche quattro ex funzionari di Rete Ferroviaria Italiana, in servizio all’epoca dei fatti contestati.
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