Nel Mezzogiorno più disoccupati d’Europa e del protettorato francese di Guyana

di Mimmo Della Corte

Non è una notizia nuova, ma nel 2021 è ulteriormente peggiorata. L’occupazione in Campania è ferma al 41,3% e quella femminile al 29

«La politica è l’organizzazione degli odi», sosteneva G.S. Halifax tre secoli addietro e «La diplomazia è una bugia in abito da sera» aggiunse H. Kissinger Segretario di Stato USA due secoli dopo. E alla luce degli eventi in corso delle armi che crepitano in Afghanistan, Myanmar, Yemen, Burkina Faso, Libia, Israele e Territori palestinesi, Siria oltre che in Ucraina, difficile dargli torto.

Tanto più che in questo momento «le bugie in abito da sera» sono dispensate a piene mani da Russia, Usa e Nato – che a Kiev sono quelle che danno le carte – e fra le quali quest’ultima rischia di finire stritolata. Ma il peggio è che se di bugie se ne sentono quotidianamente in quantità industriali, di «diplomazia in abito da sera» si fatica a vederne anche soltanto l’ombra e quella che si vede sa d’arroganza e bullismo e sembra cercare sempre motivi per acuire i contrasti piuttosto che ragioni attorno alle quali costruire la pace.

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Così, in conseguenza del combinato disposto delle osservazioni di Halifax e Kissinger, collegato con gli eventi di guerra, le minacce si fanno sempre più plateali e preoccupanti e a ogni tentativo di aprire un possibile tavolo di trattative, c’è chi cerca di far saltare il banco. La stessa decisione del segretario generale Onu, Guterres d’incontrare prima Putin e successivamente Zelensky non è sembrata essere stata particolarmente gradita al mainstream del presidente ucraino. E comunque ne è scaturito l’ennesimo buco nell’acqua.

Le trattative sono tuttora incagliate a prima del 24 febbraio

Il nervosismo è cresciuto e le minacce si sono spinte fino a paventare, da parte moscovita, la terza guerra mondiale e i servizi segreti inglesi lanciano l’allarme che il 9 maggio prossimo, anziché la fine della guerra in Ucraina, possa rappresentare l’inizio di una guerra totale che coinvolgerebbe tutti. Una cosa è certa, Putin non può permettersi una sconfitta che ne metterebbe in discussione il «trono».

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Certo, su questo fronte la Cina, sua migliore alleata tituba, ma lo zar finge di non sentire, tira dritto e continua ad «avvisare» amici e nemici, minacciando l’uso di super armi contro chi s’intromette fra lui e Zelensky e alle parole fa seguire i fatti. Alla promessa di Biden di altri 33 miliardi (di cui 20 per comprare armi) di aiuti all’Ucraina, risponde con due missili su Kiev, mentre il segretario generale dell’Onu era ancora nella capitale assediata, e taglia le forniture di gas a Polonia e Bulgaria, promettendo che a breve toccherà anche agli altri. Minacce cui l’Ue pensa di rispondere con l’embargo del petrolio russo.

Ormai è chiaro che la guerra andrà per le lunghe e quando finirà, prima di tutto, sarà necessario curare le ferite lasciate da missili e bombe sul territorio ucraino e nell’economia europea. E quindi, anche dell’Italia e, soprattutto, del nostro Sud che già prima del Covid-19 era messo peggio del resto del Paese e oggi si ritrova anche più in difficoltà, perché causa guerra e aumento delle materie prime, sta perdendo anche quel pochissimo che era riuscito a salvare. Il che dovrebbe sollecitare il governo ad aiutare gli italiani (imprese e famiglie) a venirne fuori al meglio. E invece, no!

SuperMario per 12 giorni «si dedicherà a un’opera di conciliazione fra Usa e Europa»

Ma non erano già d’accordo? Intanto, la maggioranza fibrilla – le coalizioni litigano, i partiti si guardano in cagnesco. I grillini odiano i dem e i vertici del centrodestra saltano, perché FI e Lega, con la scusa di rappresentare il centrodestra di governo, insistono con i «bilaterali» fra di loro. Temendoli, evidentemente più del centrosinistra, provano ad isolare la Meloni e FdI.

Ma Giorgia nell’aprire la tre giorni milanese di FdI, senza neanche citarli ricorda ai «quasi» alleati che «Abbiamo rinunciato qualche anno fa alle posizioni di potere per ridare una casa alla destra italiana e costruire il grande partito dei conservatori italiani per dare cittadinanza a chi non credeva alla favoletta che per essere presentabili, bisognava andare a braccetto con la sinistra. E non abbiamo cambiato idea».

Conservatori si, ma determinati. Intanto, l’Istat ha reso noto che ad aprile la fiducia dei consumatori è crollata, l’inflazione, drogata dalla speculazione, s’è mangiata il 6% di salari e stipendi, qualcuno si è finalmente accorto di una cosa vecchia come il cucco ovvero che nel Mezzogiorno ci sono più disoccupati di Europa e la Campania con un tasso occupazionale di appena il 41,3% è la maglia nera d’Europa, seguita da Sicilia, Calabria e Puglia con percentuali simili alla regione francese del Guyana. E l’Italia va a rotoli. SuperMario se ci sei, batti un colpo. Ma, una volta tanto, per l’Italia!

Setaro

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