La sinistra è la metafora di una «matita esile» che non è dal tratto indelebile e che non riesce mai ad andare oltre le comiche della propaganda
In una bella frase, carica di poesia e di ispirata sintesi, vi è l’intera storia della nostra nazione. Fabrizia Ramondino, scrittrice contemporanea, letterariamente eclettica, ci fornisce in modo ironico lo spettro di una Repubblica che è così posseduta da questi tratti atavici: «I birilli, Pinocchio e l’Italia, stretti e lunghi come le i della prima sillaba dei tre nomi, avevano in sé qualcosa di irresistibilmente comico, proprio di chi a ogni costo si voglia imporre, ma è troppo esile per riuscirvi, mentre le matite, tra il loro cuore minerale e il freddo abito amaro della vernice, lasciavano presagire un caldo legno friabile che quasi si scioglieva in bocca, a masticarlo, lasciandovi un sapore di bosco».
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Così la citazione evoca l’esilità di un paese che non riesce a scrivere la sua storia, a non riuscire a fornire mai prova di lungimiranza e dignità e pronto a scoprirsi, di volta in volta, in ritardo sulle necessità dei tempi, in una condizione di crisi perenne fatta di emergenze costanti e risvolti misteriosi, con tante bugie.
La questione energia ha visto lungo la storia di questa nostra martoriata nazione la mantenuta e deliberata dipendenza da paesi che sono stati, a frequenza intermittente, coinvolti in misteriose trame che partite dall’uccisione di Enrico Mattei e dall’affare ENI fino ad arrivare ai giorni prossimi in cui la Francia non ha consentito all’Italia di garantire i rapporti con la Libia, laddove si è fatto di tutto e di più per «finire» Gheddafi e far finire la corsia privilegiata dell’oleodotto con l’Algeria ed il nord-africa.
Ebbene in tutto questo odierno frastuono si colloca il ricordo del romanzo postumo di Pier Paolo Pasolini “Petrolio” che infonde al percorso nazionale quella sciagurata sceneggiatura che vuole l’Italia una terra geopoliticamente perfetta, ma debole nell’essere guidata da una classe dirigente opaca e sempre miope nel guardare alla propria autonomia.
Atavica e definitiva soggiacenza ai poteri
Sia la Ramondino che Pasolini, seppur con timbri e registri interpretativi differenti, rappresentano il canone italico che vuole al suo interno una sorta di atavica e definitiva soggiacenza ai poteri rappresentati USA-URSS oggi Russia-EUROPA, che pretendono sul territorio della Repubblica Italiana di fare i propri giochi e coltivare i propri interessi senza dare nulla in cambio.
Da questa storia, coltivata negli anni, si giunge alla guerra in un’Ucraina ove ancora oggi al centro degli interessi schiacciati vi è la “corsa” energetica e che trova la classe dirigente italiana impreparata a dare risposte plausibili. Neanche Draghi nel frangente si dimostra all’altezza del compito e presta il fianco ad una evidente fiacchezza di intenti e soprattutto ad una permanente carenza di linee strategiche.
L’Ucraina oggi è l’ennesima cartina di tornasole da cui rileva come in Italia la sinistra si dimostra essere un ossimoro risibile, che non possa impartire lezioni a nessuno: ha sbagliato quando non ha voluto i rigassificatori che avrebbero potuto permettere di essere forniti dal gas liquido USA e permetterci di trattare in un mercato con più fornitori, non ha voluto la TAP, cioè non è mai riuscita a deliberare una strategia economica e di mercato, così da non dipendere troppo dalle multinazionali, ovvero ripercorrere una ipotesi di lotta/negoziazione così come fu combattuta da Mattei contro la lobby internazionale del petrolio.
In questo quadro si inserisce bene l’uleriore fallimento della sinistra pacifista ed umanitaria che quando sta al governo con il primo ministro D’Alema invia i caccia a bombardare Belgrado e poi con l’attuale crisi invia armi e, fra non molto, dovrà prendersi la briga di sostenere con le proprie truppe lo scontro bellico.
Abbarbicata al potere e pronta a cedere ai migliori poteri
Questa è la sinistra, una e trina, sempre abbarbicata al potere e pronta a cedere ai migliori poteri internazionali una volta con gli Usa (permanentemente) e poi con Francia, Germania, Urss (oggi Russia) e Cina. Questa è la sinistra che non difende mai gli interessi nazionali. Questa è la sinistra che non potrà mai, dall’alto della superbia della sua egemonica presenza nei mass-media e nelle redazioni editoriali, dare insegnamenti ad alcuno, né potrà mai arrogarsi primati morali e/o indicare credibilmente una strada da battere per dimostrare incisamente e con efficacia intelligente di voler perseguire il bene della nazione.
Insomma questa è la sinistra ovvero un cavallo di Troia dei cinici poteri che gestiscono il mondo. E, per dirla con la Ramondino, la sinistra è la metafora di una “matita esile” che non è dal tratto indelebile e che non riesce mai ad andare oltre le comiche della propaganda.