Professionisti, FdI rivendica impegno e successi per la categoria: «Non sono lavoratori di serie B»

di Redazione

Il convegno promosso dai gruppi parlamentare di Senato e Camera

Un convegno per ribadire la centralità del mondo delle libere professioni e per rivendicare i risultati finora ottenuti da Fratelli d’Italia a favore della categoria, a partire dall’emendamento sulla tutela per malattia e infortunio approvato nella recente legge di Bilancio. Questo il senso del convegno tenutosi oggi in Senato e promosso dai gruppi parlamentare di Fratelli d’Italia di Senato e Camera ed al quale ha partecipato in collegamento telefonico il presidente nazionale di FdI, Giorgia Meloni.

«L’impegno a sostegno delle libere professioni e delle Partite Iva per noi dura da inizio legislatura e si è reso ancor più necessario durante la pandemia, periodo in cui questa categoria ha vissuto davvero enormi difficoltà – ha spiegato il capogruppo in Senato di FdI, Luca Ciriani. Non è stato facile far passare il nostro emendamento sulla tutela per malattia e infortunio con questa maggioranza, perché nonostante le belle parole di tutti le priorità sembravano sempre altre. Ma questo rappresenta esattamente quello che è per noi è l’opposizione patriottica: contribuire al bene del paese senza ricoprire posizioni di potere o far parte di maggioranze strane con le quali non abbiamo nulla da spartire».

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Per il capogruppo alla Camera, Francesco Lollobrigida, «un partito conservatore ha come naturale riferimento quello dei corpi intermedi con i quali il confronto durante questi anni è sempre stato costante. Nella Regione Marche, dove governiamo, abbiamo istituito un tavolo permanente di confronto con le categorie al fine di raccogliere istanze e fare la sintesi per trovare le soluzioni. Da sempre siamo al fianco della categoria dei professionisti, comparto strategico per la nostra Italia. Il mondo delle imprese italiane va tutelato, perche’ produce reddito e posti di lavoro».

Andrea de Bertoldi, senatore di FdI e ‘padre’ dell’emendamento sulla tutela in caso di malattia e infortunio, afferma che «questo è un momento che vale una legislatura: ottenere un traguardo così storico e garantire a quasi due milioni di italiani il diritto di ammalarsi senza scontare rischi sanzionatori, perché i commercialisti rispetto ad altri professionisti sono anche sanzionabili, è di grande importanza. Due le date significative in questo percorso: la prima è il 5 maggio 2021, quando con l’approvazione definitiva del Ristori bis si ottenne il riconoscimento della malattia legata al Covid».

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«Poi il 27 dicembre 2021, con il riconoscimento da parte dello Stato del diritto della malattia per i professionisti di questo settore. Un riconoscimento che, vista la data di riferimento, è utile collegarlo ad un albero di Natale: per ora abbiamo piantato l’albero, ma ci aspettiamo che cresca e che venga addobbato con altri diritti e traguardi per tutti gli altri professionisti».

A sua volta Marta Schifone, responsabile nazionale del Dipartimento Professioni di Fratelli d’Italia, fa osservare come il mondo delle professioni aspetti «una riforma complessiva da molto tempo e le iniziative intraprese da Fratelli d’Italia vanno in questa direzione. In questa legislatura abbiamo presentato 268 emendamenti alla Camera e 172 al Senato e abbiamo fatto un lungo percorso che va dalla giustizia preventiva alle start up innovative e allo scudo penale per i medici. Abbiamo insomma fatto un lungo percorso di ascolto fatto di sintesi ed elaborazione delle istanze delle associazioni di categoria».

«Ci aspettavamo molto dal decreto Brunetta ma siamo rimasti delusi, un decreto che testimonia la distanza siderale fra le politiche del governo e il mondo delle professioni che non è stato ascoltato come abbiamo fatto noi, come testimonia l’istituzione, presso la Regione Marche, di un tavolo permanente di confronto con le associazioni di categoria».

Sul fronte del mondo delle professioni Alberto Oliveti, presidente Enpam, oltre a ringraziare «per la tenacia e per la sensibilità mostrata verso le libere professioni» ha ricordato che «non tutti i professionisti del settore sanitario sono stati tutelati per il Covid. Esiste infatti un fondo rischi Inail, che copre anche chi non versa, ma che è sotto finanziato: ecco io ritengo che questo possa essere il prossimo oggetto di attenzione».

Per Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, «il risultato dell’emendamento voluto da Fratelli d’Italia per la tutela della malattia e dell’infortunio dei professionisti è molto importante, come lo è l’equo compenso ottenuto sempre da Fratelli d’Italia. Si tratta di provvedimenti che forniscono un riconoscimento al mondo delle professioni e che devono costituire un primo passo verso il riconoscimento del ruolo sussidiario dei professionisti italiani».

«Non siamo lavoratori di serie b – incalza l’avvocato Paola Fiorillo, della Giunta nazionale Confprofessioni – abbiamo bisogno delle tutele di tutti gli altri lavoratori così come riconosciuto dall’art. 32 della Costituzione. Oggi celebriamo questo riconoscimento ma dobbiamo andare oltre, e come avvocato suggerisco un intervento nell’ambito degli adempimenti perentori imposti dal codice di procedura civile o ancora, in quello del riconoscimento del legittimo impedimento dell’avvocato per infortunio o malattia, ma anche per la gravidanza».

Dagli avvocati ai notai con Valentina Rubertelli, presidente del Consiglio nazionale del Notariato, che evidenzia che “anche se la professione del notaio ha un suo sistema giuridico di anticorpi per i casi di malattia e di infortunio giudichiamo la norma ottenuta da Fratelli d’Italia una vera e propria rivoluzione copernicana ed è per questo che il mondo del notariato esprime su questo il suo apprezzamento».

Di «evento epocale» parla Marco Cuchel, presidente dell’Associazione nazionale commercialisti, perchè «l’approvazione dell’emendamento voluto da Fratelli d’Italia fissa due principi: il diritto alla salute e al lavoro. E’ bene ricordare che il professionista oltre a non avere il diritto di curarsi rischiava di perdere il proprio lavoro. E questo non è dignità. Siamo stati finalmente considerati ‘lavoratori’ a pieno titolo».

Da «evento epocale» a «miracolo» per Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani commercialisti, che dimostra «la lungimiranza nel mettere insieme tutti i commercialisti. Ora auspichiamo in un ampliamento sugli adempimenti civilistici, ad esempio, o su quelli fiscali. E volendo sperare in un altro miracolo: provare a creare un tavolo in cui i commercialisti possano lavorare insieme al governo per studiare una riforma del fisco che abbia anche il fondamentale apporto di chi il fisco lo lavora tutti i giorni».

Una norma di civiltà, invece, secondo Francesco Paolo Perchinunno, presidente dell’Associazione italiana giovani avvocati, «perché stabilisce un principio di equità fra il lavoratore dipendente e quello autonomo», mentre per Fabrizio Bontempo, Presidente dell’Associazione Nazionale Giovani Consulenti del Lavoro, «è un principio di civiltà giuridica e che ha iniziato un percorso che permetterà ai giovani di guardare con fiducia nell’intraprendere la libera professione».

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