Papa Francesco e le ragioni della destra in risposta a un Europa che vuole cancellare il Natale

di Rino Nania

Per dare senso e valore al bisogno di affermare una destra che appartenga a tutte le anime di riferimento e costruire nuovi riferimenti e nuove risposte

La confusione si è impadronita del lessico della politica determinando lo sconquasso delle appartenenze. Per cui i termini di destra e sinistra non appaiono più nei loro tratti distintivi, ma sono caratterizzati da fin troppi punti di congiunzione tendenti a forme conformistiche. Se fino a qualche tempo fa la categoria di popolo veniva caratterizzata dal fatto che questi era e rappresentava quell’universo organico di anima e valori che costituiva la nazione.

Adesso la nazione si proietta in un paradigma definitorio mediante un immaginario che si traduce in inconsistenza, irrilevanza, insignificanza. Insomma vera e propria crisi del futuribile che si spegne col trascorrere del tempo storico. Per cui nulla di tangibile si scorge sotto questo cielo nuvoloso, che fa da sfondo a questa prospettiva umana.

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Così un che di vacuo ed impalpabile si addice a questo vuoto, laddove la voglia di fare si manifesta in una pia finzione che illude quanti vorrebbero costruire un’altra Italia ma non sanno quale e come. Eppure qualcosa si muove sotto traccia. Qualcosa che sembra collegare i punti di un gioco enigmistico in cui a poco a poco, punto dopo punto si affermano i lineamenti di un pensiero differente, quello che scarnifica l’omologazione e trae spunti e itinerari ideali che potrebbero consegnarci una pulizia d’intenti, un nitore di visioni, ovverosia le ragioni di qualcosa di diverso.

Ecco che forse partendo da una sponda (ovvero dalla riva destra) si possono costruire nuovi riferimenti, nuove risposte che diano finalmente senso al bisogno di affermare una destra che appartenga a tutte le anime della destra. Non solo quella fatta da pseudonimi come buona e giusta. Così si risponde alla domanda che più che giusta e buona sia o divenga soprattutto una destra laica, anche facendo ricorso all’ultimo messaggio lanciato da Papà Francesco, laddove, fuor di confusione, elabora un bisogno che guarda all’asse di Dio, patria e famiglia.

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L’attenzione dei fedeli sulla necessità di fare figli

E lo fa nei giorni di Natale quando richiama l’attenzione dei fedeli sulla necessità di fare figli, sul perché bisogna ricostruire un lessico familiare che implicitamente risponde ad un’Europa che pretenderebbe di cancellare il Natale. Il pontifex cerca cioè di rappresentare, in maniera forte, il rischio dell’inverno demografico che svuota le culle in Italia: «Facciamo di tutto per vincerlo. È contro le nostre famiglie, contro la Patria, contro il futuro … Mi viene in mente una preoccupazione vera, almeno qui in Italia», ha detto il Pontefice, che ha dedicato ai temi della famiglia la sua riflessione nell’Angelus, «sembra che tanti hanno perso la fiducia nell’andare avanti con i figli, è una tragedia».

Ebbene questa significativa svolta colpisce e demolisce la rappresentazione farlocca delle moltitudini indistinte e riempie di vitalità quel nucleo essenziale e fondativo che è la famiglia su cui costruire la Patria. Immagina e introduce in questo aggiornamento di contesto le ragioni di visioni patriottiche e nazionali che si scontrano con logiche internazionaliste e globaliste.

Le radici della chiesa cattolica

Ciò fornisce un ritorno alle radici della chiesa cattolica, quella che valorizza le relazioni umane e naturali attingendo al vincolo di solidarietà. Tutto ciò sembra evidenziare come le necessarie contrapposizioni siano necessarie laddove bisogna distinguere il pensiero che aiuta e sorregge lo stare assieme rispetto alla disaggregazione imperante all’insegna delle elites oligarchiche e la globalizzazione senza contenuti fatta solo di affari e sfruttamento.

Beh … credo che oggi si possa affermare che la Chiesa, che recupera le radici, anche con chi era stato fautore della ‘teologia della liberazione’, può volere invertire la rotta per tornare ad ispirare e spingere a vivere a misura dell’Homo Novus: quello che si realizza in un pensiero distintivo e non omologante, laico nei valori e capace di esaltare lo spirito del tempo, in cui il senso del limite può riempirci di saggezza ed iniziarci a doveroso senso di condivisione. Insomma un’altra storia si sta proponendo per arricchire di nuove consapevolezze lo stare al mondo dell’uomo.

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