L’indagine della DDA di Napoli sulla raccolta, gestione e smaltimento dei rifiuti urbani
Il sindaco di Curti (Caserta) Antonio Raiano è finito agli arresti domiciliari insieme al comandante della Polizia municipale Igino Faiella, al funzionario del Comune di Caserta Giuseppe D’Auria e all’ex responsabile del settore ambiente Marcello Iovino con l’accusa turbativa della libertà degli incanti, turbata libertà dei procedimenti di scelta del contraente, e falso in atti pubblici, in particolare di verbali di nomina di Commissioni giudicatrici di gare d’ appalto. Ai domiciliari anche Gennaro Cardone.
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Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del Noe (Nucleo Operativo Ecologico) nell’ambito di un’indagine della DDA di Napoli sulla raccolta, gestione e smaltimento dei rifiuti urbani. Alcuni bandi di gara sarebbero stati «aggiustati»- secondo l’accusa – perché fossero aggiudicati all’azienda dell’imprenditore Carlo Savoia, finito in carcere.
La posizione del primo cittadino di Caserta
Figura anche il sindaco di Caserta Carlo Marino, del Pd, tra gli indagati nell’inchiesta della Dda Napoli (pm Fabrizio Vanorio e Maurizio Giordano, aggiunto, Rosa Volpe) sui bandi di gara per i rifiuti «aggiustati» in numerosi Comuni delle province di Caserta e Napoli (Caserta, Curti, Lusciano, Aversa, Cardito), per essere aggiudicati all’imprenditore arrestato Carlo Savoia, da anni operante nel settore dei rifiuti.
Dall’ordinanza di custodia cautelare del Gip Ambra Cerabona, emerge come l’attuale sindaco di Caserta, rieletto al secondo mandato a ottobre sia indagato per il reato di turbata libertà dei procedimenti di scelta del contraente, perché -secondo la Dda e i carabinieri del Noe che hanno realizzato le indagini – «attraverso ripetuti incontri riservati e contatti telefonici con Vitale (altro indagato non raggiunto da misura ed anche con Savoia, si prestava a ricevere i documenti di gara fraudolentemente preparati da quest’ultimo e dai suoi collaboratori, contribuendo altresì a fornire suggerimenti sulle modifiche da effettuare, per rendere la bozza più funzionale agli interessi degli aspiranti all’aggiudicazione dell’appalto».
Per gli inquirenti Pasquale Vitale, avvocato ed ex presidente del Cda di “Agrorinasce”, un consorzio che si occupa di beni confiscati nel Casertano, faceva da trait d’union tra Savoia e il sindaco Marino. Alla fine l’appalto, la cui gara si svolse nel 2018 davanti alla stazione appaltante dell’Asmel, non fu aggiudicato. Sia per Vitale che per Marino non sono state chieste misure cautelari dalla Dda. Nell’ambito della stessa indagine, nel novembre 2018, a Marino, allora al primo mandato da sindaco, furono perquisiti studio e abitazione.
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