Cresce il PIL del Mezzogiorno ma non l’occupazione

di Gianluigi Di Ronza

Male l’andamento del mercato del lavoro

Gli indicatori economici segnano la crescita del Prodotto Interno Lordo, sia a livello nazionale che per quanto riguarda le regioni del Mezzogiorno, ma l’occupazione arranca a recuperare i valori pre-pandemici. È quanto emerge dal rapporto curato da Confidustria e dal Centro Studi e Ricerche per il Mezzogiorno SRM.

Per quanto concerne l’andamento del mercato del lavoro mancano dati congiunturali territoriali, ma quelli consolidati sul 2020 mostrano un andamento negativo complessivo, sia a livello nazionale sia nel Mezzogiorno. L’occupazione segna un -2%, valore comune sia a livello nazionale che per le regioni meridionali.

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A dimostrazione delle difficoltà persistenti, la ricerca evidenzia i volumi registrati dalla CIG nei primi 10 mesi del 2021 volumi, risultati essere notevolmente più alti rispetto al periodo pre-pandemico. In controtendenza col dato complessivo è l’occupazione nel settore delle costruzioni nel Mezzogiorno dove emerge un andamento positivo migliore di quello nazionale e delle altre aree territoriali. L’effetto è certamente dovuto agli incentivi rafforzati (110%) legati alle ristrutturazioni edilizie.

Le diverse previsioni sull’andamento del Pil meridionale per il 2021 convergono su un +5%, a fronte di un +6,3% a livello nazionale e +6,8% del PIL del Centro-Nord. Per quanto riguarda, invece, il 2022, si prevede un riavvicinamento, ma non anche una convergenza tra le macroaree del Paese, con un +4,4% per il Sud contro un +4,6% per il Centro-Nord.

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Il rapporto rileva ancora una volta la lentezza attuativa della spesa dei Fondi strutturali 2014-2020, che pur risultando essere più accentuata nel Mezzogiorno, risulta essere non meno significativa anche nel Centro-Nord.

Indice sintetico delle principali variabili economiche nel Mezzogiorno (*) Stima. È un indice composito, calcolato come somma dei valori indicizzati al 2007 (anno base = 500) di alcune importanti variabili macroeconomiche: PIL (valori concatenati, anno base 2015), Investimenti fissi lordi, Imprese attive, Export, Occupati.

Luci ed ombre dal Sud, le opportunità per crescere

Un quadro complessivo fatto di luci ed ombre dal quale traspare un Sud che ha resistito all’impatto socioeconomico della pandemia e che mostra le potenzialità per percorre il sentiero di una crescita sostenuta, anche se non ancora sufficiente a superare i divari territoriali. Ci sono tuttavia tutte le premesse per sfruttare le rilevanti opportunità offerte da numerosi strumenti e misure di rilancio, in particolare dal PNRR.

Non saranno solo gli investimenti pubblici, e quindi agli effetti della concreta attuazione delle misure previste dal PNRR, a determinare la crescita economica dei prossimi anni. Sarà la dinamica della domanda interna dei consumi a fare la differenza, ed il suo andamento risentirà anche dell’impatto reale che la manovra fiscale avrà in termini di benefici sulle tasche degli italiani.

Per quanto concerne la congiuntura delle imprese, il panel dei dati raccolti evidenzia una crescita del numero delle imprese attive nel Mezzogiorno, oggi a quota 1 milione e settecentomila con +1,6% rispetto all’anno precedente, ma nel contempo un calo dell’indice di fiducia sulle prospettive economiche. A novembre 2021, il clima di fiducia delle imprese manifatturiere meridionali (posto pari a 100 il dato base al 2010) risulta in calo rispetto ad ottobre (da 111,8 a 108,7) e, allo stesso tempo, più basso di quello registrato nelle altre ripartizioni del Paese.

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