Il centrodestra e Italia Viva costringono SuperMario e il centrosinistra a far macchina indietro e ricorrere a 800 milioni di risparmi di spese
La patrimoniale nascosta (altrimenti nomata contributo di solidarietà sui redditi più alti 75mila, per il contenimento del caro bollette) di SuperMario Draghi, dopo aver fatto la sua entrata in scena è stata costretta a rifugiarsi nel retrobottega. Centrodestra e Iv hanno detto «no» e così i «tassator scortesi»: M5s, Pd e Leu e l’ex number one della Bce, hanno dovuto innescare la retromarcia e far macchina indietro.
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Di coseguenza il premier, aspirante Capo dello Stato, ha deciso di finalizzare al contrasto del caro bollette 800 milioni. 300 provenienti dai risparmi di spesa del bilancio di Stato e rimasuglie di fondi vari, non completamente utilizzati e 500 rivenienti dal «tesoretto» costituito con il risparmio contabile (circa 2 miliardi) del meccanismo saldo-acconto Irap-Irpef 2022.
Insomma, ancora una volta, approfittando di una causa – per carità, assolutamente, buona e giusta – aiutare gli italiani in difficoltà, il primo inquilino di palazzo Chigi, ha tentato nuovamente di rimettere sul tavolo una patrimoniale per quelli che hanno redditi più alti (75.000 euro – naturalmente lordi – alla faccia della ricchezza), provando a nascondere risparmi di spesa e risparmi contabili Irpef-Irap, che pur ci sono e, comunque, si sono risorse che provengono dai cittadini.
L’ennesima presa per i fondelli
Ma gli italiani non sono italioti e, quindi, se ne sarebbero resi conto e non sarebbe stata di certo di una bella figura, per Draghi e la sua compagnia di giro. Chiedere a chi era stato «premiato» (ovviamente, si fa per dire) con un taglio dell’Irpef di appena 220 euro annuo di restituirne una parte – se non tutto o addirittura di più- ancor prima di averne beneficiato – sarebbe stata una dimostrazione di scarso, anzi, nessun, rispetto per i cittadini, ma una, l’ennesima, presa per i fondelli, da parte di un governo che «narra» molto, ma realizza poco.
Del resto, perché non avrebbe dovuto farlo, visto che sapeva già da prima che una parte dei suoi più pretesi che presunti alleati avrebbero risposto positivamente all’appello? Peccato che stavolta gli sia andata male e sia stato costretto a cedere il passo. Ma il problema del caro bollette è destinato a trascinarsi ancora a lungo e non è risolvibile con pannicelli caldi e «una tantum», servono misure di tipo strutturale. Possibile che Draghi non lo sappia? Certo che lo sa.
Attenzione, però, chi ci ha provato una volta, senza riuscirsi, non è detto che si arrenda definitivamente e decida di non farlo più. Anzi, prima o poi, probabilmente ritornerà all’attacco, in maniera ancora più subdola e pericolosa. Riflettete solo per un attimino a quante vole e da quanto ci stanno tentando – fortunatamente, senza riuscirsi – l’armata brancaleone Pd, M5S e Leu e ve ne renderete conto. Da soli. Eppure dicono di fare gli interessi dei cittadini. Già, come diceva Sainte Beuve: «Le menzogne sono come i mestrui: bisogna rispettarne il ciclo».
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