Leonardo mette in cassa integrazione 3.400 lavoratori

di Redazione

La cig scatterà il prossimo 3 gennaio

L’anno nuovo comincia male per 3.400 lavoratori di Leonardo. Scatterà la cassa integrazione a partire dal prossimo 3 gennaio, negli stabilimenti Leonardo di Grottaglie, Pomigliano, Nola e Foggia.

L’annuncio è piombato come un fulmine sul sindacato che aveva già proclamato per lunedì 6 dicembre otto ore di sciopero e una manifestazione nazionale, alle ore 11, in piazza Montegrappa a Roma sul futuro del settore della difesa, dove l’interesse franco-tedesco alla possibile cessione da parte di Leonardo delle aziende Oto Melara e Wass aveva suscitato la preoccupazione delle organizzazioni dei lavoratori su possibili contraccolpi occupazionali.

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La decisione di Leonardo, secondo il segretario generale della Uilm Rocco Palombella, è «di inaudita gravità ed evidenzia l’immobilismo che dura da anni in una divisione, quella di Aerostrutture, fondamentale per il futuro del nostro Paese e per la stessa Leonardo». «A questo – secondo Palombella – si aggiunge la mancanza di una visione da parte di un gruppo che per fare cassa, prima ha venduto Breda e Sts ai giapponesi di Hitachi, oltre ad Ansaldo Energia, mentre ora ha messo sul mercato asset importanti come Oto Melara, Wass e la parte dell’Automazione».

La leader della Fiom, Francesca Re David, chiede «l’immediata apertura di un confronto con il governo e l’azienda». «I lavoratori di Leonardo One Company saranno a Roma per scioperare per il futuro dell’industria della Difesa. Il ruolo della Difesa a livello europeo – spiega Re David – sta vivendo una fase di profonde trasformazioni. Le ricadute industriali e occupazionali dipenderanno dalla capacità e dal protagonismo tecnologico e industriale che le aziende a controllo pubblico, a partire da Leonardo, saranno in grado di avere».

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De Luca: «Continua questa drammatica penalizzazione del Sud»

«Una delle grandi aziende pubbliche, Leonardo e Finmeccanica – è la reazione a caldo del governatore della Campania, Vincenzo De Luca – comunica di voler mettere in Cig dal 3 gennaio, per quello che riguarda la Campania 1200 lavoratori a Pomigliano, 430 nello stabilimento di Nola. Non va bene. Continua questa drammatica penalizzazione del Sud Italia in relazione agli investimenti e alle scelte produttive, è una situazione intollerabile e faccio appello ai ministri campani perché siano parte attiva in relazione ad una richiesta di incontro con Draghi per capire cosa intendano fare le grandi aziende in relazione alla Campania».

E oggi un gruppo di lavoratori si è riunito in presidio davanti agli ingressi dello stabilimento Leonardo di Grottaglie (Taranto), dove si svolge uno sciopero proclamato da Fiom e Uilm, fino alla manifestazione nazionale del 6 dicembre per protestare contro la decisione dell’azienda.

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