A livello provinciale la maglia nera per illegalità ambientale spetta a Napoli con 1.615 reati, anche se con una significativa riduzione del numero di illeciti
Con 5.457 reati accertati di illegalità ambientale nel 2020, al ritmo di 15 reati al giorno, seppure con una leggerissima flessione degli illeciti (92 in meno rispetto al 2019), ma un incremento delle persone denunciate (ben 654, pari al 15,5% in più), degli arresti, più che raddoppiati (50 contro i 24 del 2019) e dei sequestri (131 in più nel corso del 2020), la Campania, secondo il rapporto «Ecomafia 2021. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia», raccolti da Legambiente nel suo report annuale dedicato alle illegalità ambientali, si conferma la regione dell’ecomafia a livello nazionale.
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A livello provinciale la maglia nera per illegalità ambientale spetta, secondo Legambiente, a Napoli con 1.615 reati, anche se con una significativa riduzione del numero di illeciti, pari al -36,7% (vale la pena precisare che in questa classifica non sono compresi i dati relativi alle attività svolte dai Comandi Carabinieri per la tutela ambiente, le politiche agricole e la tutela del patrimonio culturale).
La Campania registra il numero più alto di reati in applicazione della legge 68 del 2015 sugli ecoreati, nel 2020 raggiungono quota 280 ( + 77% rispetto lo scorso anno), con 216 persone denunciate e 3 arrestate, coinvolgendo 7 persone giuridiche e con un valore di beni sequestrati di oltre 25 milioni di euro. «A fronte di una situazione inaspettata, causata da una drammatica pandemia, la criminalità ambientale in non si è fatta trovare impreparata. E riuscita a tenere botta, sia nelle attività illegali sia nel relativo business, nonostante i colpi inferti da magistratura e forze di polizia».
Legambiente, risorse preziose sottratte all’economia legale
«Il business dell’ecomafia – ha dichiarato Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – minaccia gravemente il futuro della nostra Regione sottraendo risorse preziose all’economia legale, falsa il mercato e la competizione, impedendo un reale sviluppo economico e sociale del territorio a totale beneficio delle cosche criminali. Non si deve assolutamente abbassare la guardia contro i ladri di futuro, a maggior ragione in un momento storico in cui dovremo spendere ingentissime risorse pubbliche previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)».
«Oltre al lavoro repressivo, va sviluppato anche quello preventivo. Visti i numeri molto importanti di progetti da valutare e cantieri da aprire, con rilevanti produzioni di rifiuti, terre e rocce da scavo potenzialmente inquinate, e fondamentale alzare il livello qualitativo dei controlli pubblici ambientali in tutta Italia, a partire dalla nostra Regione. È necessario tenere alla larga da questa grande trasformazione la criminalità ambientale, con l’annessa rete di colletti bianchi, connivenze e corruttele. Governo, Parlamento. Regione e Enti Locali diano un segnale immediato su questo fronte. Non c’è più tempo da perdere».