I partiti, irrilevanti al governo, puntano alle amministrative per dimostrare di contare ancora

Scintille Salvini-Letta e Meloni attacca i media: censurata la manifestazione di piazza del Popolo

Il conto alla rovescia è partito. Non siamo ufficialmente all’ultimo miglio, visto che mancano ancora due settimane, ma la politica italiana ha ormai la testa alle elezioni amministrative. E questo anche perché a livello nazionale, o sarebbe meglio dire governativo, è sempre più evidente l’incapacità dei vari partiti di incidere sui principali dossier aperti a Palazzo Chigi.

Noi l’abbiamo chiamato ‘colpo di ruspa’, riprendendo quella canzoncina che fino a poco tempo fa aveva fatto da colonna sonora alle gesta di Matteo Salvini. In realtà il leader leghista da un po’ di tempo è sceso dalla ruspa, almeno dall’estate del Papeete, e soprattutto adesso con Mario Draghi sembra essere lui a subire la ruspa. La conseguenza è un premier che va avanti su una tabella di marcia che si è fissata, o meglio stabilita di concerto con il Colle e con i maggiori partners internazionali (vedi Ue, Fmi e Usa), e che si basa su due pilastri: lotta alla pandemia e ripresa economica.

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In fondo, era stato il Capo dello Stato sette mesi fa ad indicare il perimetro all’interno del quale aveva deciso di non riportare l’Italia al voto e di far continuare legislatura puntando tutte le sue ultime fiches su Mario Draghi. E quest’ultimo si sta attendendo scrupolosamente al mandato.

Da qui il Pnrr, la campagna vaccinale made in Figliuolo e in ultimo il green pass con la sua progressiva estensione per evitare il ricorso all’obbligo vaccinale, che comporterebbe non pochi problemi e responsabilità sia sul piano politico oltre che giuridico.

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In tutto questo contesto le forze politiche hanno dimostrato la loro più totale ininfluenza

Sia a sinistra e sia a destra. Infatti, non ci si lasci ingannare Draghi non sta assecondando nessuno e la sua azione di governo non è frutto di un patto politico con l’una o l’altra parte. Se in questi primi mesi sembra che stia portando avanti un programma di governo più vicino alla sinistra è soltanto perché questa, in maniera gaudente, ha deciso di applaudire e sostenere qualsiasi cosa dica o faccia Draghi. Qualcuno, ad esempio, ricorda un commento critico del segretario del Pd verso il premier? Anzi quando Enrico Letta si è azzardato ad uscire dal tracciato indicato dall’ex governatore della Bce, ad esempio la tassa di successione, è stato immediatamente zittito.

Insomma, Draghi balla da solo. Ecco che allora la politica cerca di riacquisire centralità e voce in capitolo con queste amministrative. Due settimane alla scadenza che saranno piene di comizi, botta e risposta e colpi bassi per guadagnarsi spazio sui giornali e, sperano, un voto in più.

Enrico Letta
Enrico Letta

Così ieri Letta ha assestato un colpo sotto alla cintura a Matteo Salvini spiegando che «Draghi sta facendo questo e lo sta facendo senza ascoltare le posizioni e le proposte di Salvini ed è il motivo per cui le cose stanno andando bene. Salvini, su questi temi, è totalmente irrilevante sull’agenda di governo. Quello che lui dice non si fa e credo che questo sia il motivo per cui le cose stanno, lentamente ma gradualmente e progressivamente, andando bene».

A sua volta Salvini dalla Calabria parla di un Letta «disperato per le piazze vuote in Calabria, e sapendo che il Centrodestra vincerà con almeno 20 punti di distacco dal Pd, passa il tempo a insultare me, la Lega e i calabresi»; per poi concludere: «Noi siamo al governo e c’è quel detto: c’è la gazzella in Africa che ogni mattina si alza e sa che deve correre perché viene inseguita da un leone… Io mi alzo ogni mattina e so che ho a che fare con Letta e Conte…».

Giorgetti-Salvini, tensione nella Lega sul green pass

Al di là delle battute la tensione all’interno della Lega continua e le divisioni, anche se tenute sottotraccia, emergono come si intuiscono dalle parole del ministro Giorgetti sul green pass: «L’estensione del green pass serve a tornare a essere liberi. Questo è il motivo per cui il governo ha deciso che dobbiamo aprire tutto, ma rispettando ulteriori regole. L’alternativa era rischiare di tornare indietro a situazioni che non vorremmo più rivedere».

Insomma, sul certificato verde digitale la partita è chiusa, fa capire Giorgetti, con buona pace di Salvini e di quello che continua a dire sul green pass. Piuttosto la sensazione è che dopo le amministrative all’interno della Lega possa aprirsi una fase di riflessione, che potrebbe anche portare a un ridimensionamento dello stesso Salvini.

Giorgia Meloni in tour in Campania per le amministrative

Giorgia Meloni

Sul fronte dell’opposizione Giorgia Meloni, che oggi sarà in Campania tra Benevento Caserta e infine Napoli, si gode i 10mila sostenitori che sabato hanno invaso pacificamente piazza del Popolo anche se punta il dito contro i principali quotidiani italiani accusandoli di non aver «deciso di pubblicare sulle pagine nazionali una foto di Piazza del Popolo gremita». E conclude: «Dobbiamo fare veramente molta paura. Poco male».

Per FdI queste saranno due settimane importanti in cui si giocherà la partita più delicata e cioè quella di superare la Lega e diventare così il partito più votato nel centrodestra. Insomma, non solo i sondaggi ma avere la certificazione del primato anche nelle urne. Questo spiega anche la campagna di raccolta firme per chiedere la sfiducia contro il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese: coinvolgere le persone e mettere sempre più in difficoltà lo stesso Salvini.

Ed a proposito di Salvini e Lamorgese ancora nessuna novità sull’incontro a tre alla presenza di Mario Draghi. Un faccia a faccia che sembrava prossimo a celebrarsi e che invece ancora non è stato fissato. Qualcuno ipotizza che possa essere dopo le elezioni, proprio per evitare che Salvini lo usi per la campagna elettorale. Quello però è che è certo è che se dovesse davvero sparire dalle agende della presidenza del Consiglio sarebbe un brutto segnale per Salvini. Infatti, chi potrebbe alla fine dare torto ad Enrico Letta sulla storia dell’irrilevanza al governo del leader leghista?

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