Nel litigio, avvenuto a marzo, un fattorino rischiò la vita per alcuni fendenti ricevuti
Aveva diritto di prendere quell’ordine ma il collega non riusciva a mandare giù che dal centro della città quel collega si fosse allontanato fino al quartiere di Miano, dove, era la sua tesi, avrebbero dovuto lavorare solo quelli della zona. È stato questo il motivo scatenante di una violenta lite sfociata in accoltellamento che ha visto vittima un rider, un episodio avvenuto a Napoli, precisamente a Miano, la scorsa primavera.
Oggi la Squadra Mobile della Questura di Napoli, al termine di indagini durate diversi mesi, ha notificato a un un collega della vittima, un rider di 30 anni, una misura cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip su richiesta del sostituto procuratore Enrica Parascandolo e del procuratore aggiunto Sergio Ferrigno che contestano all’indagato il reato di tentato omicidio.
A far scattare le indagini è stato il fiuto degli investigatori, riusciti a mettere in relazione due episodi che, quella sera di marzo, non sembravano legati tra loro: la denuncia di furto di uno scooter presentata da un rider e l’arrivo in ospedale di un altro rider, gravemente ferito da alcuni fendenti.
Le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona e l’escussione dei testimoni non solo hanno consentito di ricostruire nel dettaglio la vicenda ma anche di far emergere che, almeno in alcuni quartieri della città, vige la regola della territorialità: lavorano in quel quartiere solo i rider che lì ci vivono. E, infatti, il rider accoltellato (che ha anche rischiato la vita a causa di quei fendenti), non era di Miano ma del centro di Napoli. Gli agenti della Squadra Mobile sono riusciti anche a recuperare l’arma del delitto che il rider aggressore – con precedenti penali come la vittima – portava tranquillamente con se in giro durante le consegne.
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