Coronavirus, ‘Fase 2’ all’insegna della cautela e della confusione. Consentiti gli spostamenti ma solo nella regione

di Redazione

Ripartire sì, ma con estrema cautela per evitare nuovi casi incontrollati di Coronavirus. E’ questo l’orientamento che continua a filtrare Palazzo Chigi. Sono tante le ipotesi sul tavolo dei componenti della task force guidata da Colao e voluta dal premier Giuseppe Conte. Mobilità, riapertura delle attività, sicurezza, turismo. Sono solo alcuni degli aspetti che si stanno valutando.

Dal 4 maggio potrebbero essere consentiti gli spostamenti anche fuori dal proprio Comune e all’interno delle singole regioni, lasciando però in vigore i limiti alla mobilità intra-regionale. Cosa chiesta a gran voce da più presidenti di Regione, a partire dal governatore della Campania Vincenzo De Luca. Il piano del Governo «prevede una ripartenza sempre all’insegna della massima cautela, nella consapevolezza che si dovrà sempre tenere sotto controllo la curva epidemiologica e non farsi trovare impreparati in caso di una possibile risalita».  Quindi «un allentamento delle misure restrittive, ma non uno stravolgimento». Nella stessa data potrebbero riaprire i settori manifatturieri e delle costruzioni, più qualche categoria di esercizi commerciali

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Dovranno aspettare ancora i negozi al dettaglio, bar e ristoranti. Per loro, la riapertura, è prevista per metà maggio. Ma potrebbe esserci qualche eccezione che preveda la vendita da asporto, che si aggiungerebbe alle consegne a domicilio, già permesse.Un’ipotesi sarebbe far riaprire i negozi dall’11 maggio, la ristorazione dal 18. Ma per fare tutto questo sarà fondamentale «in questa fase, rafforzare il protocollo di sicurezza sui luoghi di lavoro già approvato nel marzo scorso e completare queste prescrizioni anche con riferimento alle attività del trasporto e della logistica».  Secondo Colao, l’allentamento delle misure per il sistema economico dovrebbe coinvolgere al massimo 2,7 milioni di lavoratori.

Un settore completamente in ginocchio è quello del turismo. Senza l’arrivo dei turisti stranieri e con l’impossibilità di andare all’estero per gli italiani e per i lavoratori del settore si profilano tempi a ‘incassi zero’. Per risolvere entrambi i problemi il governo sta pensando di lanciare la campagna ‘Viaggio in Italia’. Il ministro Dario Franceschini ha ribadito che la prossima estate sarà «italiana». Per favorirla ci saranno delle misure che saranno inserite nel ‘Decreto Aprile’. Ma sembra di difficile attuazione visto che il Governo è orientato a consentire gli spostamenti solo nella propria regione, come spiegato in precedenza. La settimana prossima ci saranno ancora tavoli di confronto su turismo, bar e ristoranti con i rappresentanti degli enti locali.

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