A Tokyo 2020 abbiamo segnato il passo dove abbiamo sempre trionfato, i giochi di squadra e la scherma
«Stiamo vivendo emozioni stupende, che non si possono descrivere: questa gara incarna tutto quello che abbiamo vissuto negli ultimi 5 anni. In questa medaglia ci sono tutte le lacrime che abbiamo versato». Queste sono le parole di Alessia Maurelli, capitano delle farfalle azzurre, dopo aver ottenuto il bronzo nella ginnastica ritmica. Questa medaglia chiude il “cerchio olimpico” delle vittorie azzurre, conseguite a Tokyo. Le 32esime olimpiadi dell’età moderna, targate pandemia.
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Un cerchio aperto da Luigi Samele, con il suo argento nella spada e proseguito con tante altre medaglie. Ma qual è il bilancio azzurro?
E la Campania, è stata degnamente rappresentata? Nella classifica del medagliere, occupiamo il decimo posto, con ben 40 medaglie, di cui 10 d’oro, 10 d’argento e 20 di bronzo.
Due sono stati i giorni più belli: il 5 agosto, con ben 5 medaglie vinte, ed il 6 agosto, quando è stato superato il record delle 36 medaglie, conseguito a Los Angeles nel 1932, ed a Roma nel 1960. Tuttavia, ogni giorno è stato magico nella composizione del “cerchio olimpico”, dato che, in ogni giornata di gara, è stato innalzato il vessillo nazionale almeno una volta.
Vittorie sensazionali e fallimenti
Abbiamo assistito a vittorie sensazionali nell’ambito individuale, a cui si sono contrapposte i fallimenti, in molti sport di squadra. Nell’ambito individuale, vi è stato l’exploit dell’atletica con ben 5 ori: alla straordinaria vittoria di Tamberi nel salto in alto e di Jacobs nei 100 metri in 9.80, hanno fatto seguito, le vittorie di Stano e Palmisano nella marcia dei 20 km e l’oro nella staffetta nella 4×100 con Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Eseosa Desalu e Filippo Tortu con un tempo di 37.50, in barba alla Gran Bretagna (ancora una volta, dopo la finale degli europei).
Ma non solo l’atletica ha avuto i suoi onori, anche il nuoto con Paltrinieri (un argento e un bronzo), il corpo libero, con Vanessa Ferrari (un argento), Busà e Bottaro, nel Karate (oro e bronzo), il tiro con l’arco con Nespoli (argento) e tanto altro ancora.
Male basket, pallavolo e pallanuoto maschile
Dove invece, abbiamo zoppicato, è stato negli sport di squadra. A parte alcuni sport, come il canottaggio (dove sia in quattro, che in coppie, sono arrivate medaglie), ed il ciclismo (con Filippo Ganna, Francesco Lamon, Jonathan Milan, Simone Consonni, che con uno straordinario tempo di 3’42’’032 hanno battuto la Danimarca in finale, nell’inseguimento su pista), mortificanti, sono state le eliminazioni delle squadre di basket, pallavolo maschile e femminile e pallanuoto maschile, tutte bloccatesi, nella stessa fase del torneo: i quarti di finale. Ma perché questa débacle?
La pandemia (con le sue ripercussioni sugli allenamenti), che sicuramente ha inciso sulla preparazione atletica degli azzurri, può essere stata la ragione? No, il vero motivo giace nel fatto che molte squadre vanno rinnovate, sia nella guida tecnica, che negli organici. Così come i calendari delle competizioni internazionali. Ad esempio, la squadra di pallavolo femminile ha disputato e vinto i mondiali meno di un mese fa, è ovvio che questo abbia avuto delle ripercussioni sul rendimento olimpico.
Passando dalla dimensione nazionale a quella regionale, le medaglie “made in Campania”, sono state vinte da Irma Testa (bronzo nel pugilato), Luigi Samele (argento nella spada) e da Matteo Castaldo, Giuseppe Vicino e Marco Di Costanzo nel 4 senza del canottaggio.
Solo 26 atleti della Campania su 384
Soltanto 26 atleti campani, su una delegazione complessiva di 384, pochi per rappresentare un territorio di 6 milioni di abitanti. La natura (nel senso di risorse umane) ci aiuta, ma non l’ambito socio economico e le strutture, che invece, mancano e forse sono sempre mancate.
Per fare in modo che la Campania possa essere il motore della nazionale per le future olimpiadi, è necessario che ci sia un cambio di mentalità (di tutti, genitori, insegnanti, istituzioni), volta ad allevare atleti fin da piccoli in misura sempre maggiore (e in questo le scuole, posso fare tanto) e poi, che la politica metta mano al portafoglio, sia in merito alle strutture, sia sostenendo le famiglie dei futuri atleti.
Una cosa è certa, che le deficienze delle strutture sportive (regionali e nazionali), sono state superate dagli apporti degli organismi civili (es. fiamme oro) e militari (es. fiamme gialle). In conclusione, possiamo dire che Tokyo è stata non solo un’olimpiade, ma un’unione di popoli vicini e lontani, impegnati da 2 anni, nelle traversie pandemiche. «I cerchi olimpici» li rivedremo presto a Parigi, nel 2024. À bientôt