Via libera al green pass italiano, ma Draghi gela Salvini: «L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire»

di Dario Caselli

Stato di emergenza prolungato fino al 31 dicembre prossimo

Via libera al green pass italiano. Il Consiglio dei ministri ha varato ieri il decreto con il quale si stabiliscono le modalità di applicazione del certificato verde digitale, ma anche con cui si decide l’allungamento dello stato di emergenza fino al 31 dicembre e, soprattutto, i nuovi parametri per l’assegnazione di vari colori alle Regioni.

Il tutto giunto al termine di una giornata fatta di incontri a partire dalla Conferenza Stato Regioni per passare alla cabina di regia, fino al Consiglio dei ministri che alla fine si è aperto con un’ora e mezza abbondante di ritardo rispetto al previsto.

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Però il responso è stato tutto ad appannaggio del premier Draghi il quale, tra l’altro, ha anche incassato già il via libera a chiedere il voto di fiducia sulla riforma della giustizia firmata dal Guardasigilli Marta Cartabia. Fiducia sul testo che alla Camera è stato già inondato dagli emendamenti del M5S, ma su cui comunque si è affrettato a chiarire Draghi saranno possibili modifiche. Certo, nessuno stravolgimento ma per Mr Bce il testo è aperto e disponibile ad un confronto in Parlamento purchè però non sia stravolto.

La giustizia ha però rappresentato un passaggio fugace perché tutto il CdM è stato incentrato sulle misure di contrasto al Covid, che affiancato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, il premier Draghi ha spiegato nel corso di una conferenza stampa. Come detto tre le parti significative.

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La prima, l’allungamento dello stato di emergenza fino al 31 dicembre 2021, quindi fino alla fine dell’anno. Secondo, i nuovi parametri per decidere i colori delle singole Regioni. Qui alla fine si è giunti a una soluzione a metà strada tra le richieste delle Regioni e del Cts: dal primo agosto i due parametri principali saranno il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti affetti da Covid-19 e il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti affetti da Covid-19.

Il cambio di parametri per le fascia gialla, arancione e rossa

Nello specifico: passaggio da zona bianca a gialla con più del 10 per cento dei posti letto di terapia intensiva occupati o il 15 per cento per i reparti ordinari. Il passaggio da zona gialla ad arancione avverrà con oltre il 20 per cento delle terapie intensive occupate e il 30 per cento dei reparti ordinari, mentre il rosso scatterà con il 30 per cento e il 40 per cento dei posti letto occupati.

Per il green pass questo entrerà in vigore dal 6 agosto, quindi il governo ha dato una settimana in più agli italiani per mettersi in regola con le vaccinazioni. Potrà ottenerlo chi sarà in grado di provare «l’inoculamento almeno della prima dose vaccinale Sars-CoV-2 (validità 9 mesi) o la guarigione all’infezione da Sars-CoV-2 (validità 6 mesi); effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo al virus Sars-CoV-2 (con validità 48 ore)».

Per quanto riguarda le attività autorizzate il green pass servirà per mangiare al tavolo al chiuso, per spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportivi; per musei e mostre; per piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche all’interno di strutture ricettive, limitatamente alle attività al chiuso; per sagre e fiere, convegni e congressi; centri termali, parchi tematici e di divertimento; centri culturali, centri sociali e ricreativi, limitatamente alle attività al chiuso e con esclusione dei centri educativi per l’infanzia, i centri estivi e le relative attività di ristorazione; sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò; concorsi pubblici.

Green pass, previste sanzioni pecuniarie sia a carico dell’esercente sia dell’utente

Riguardo il controllo di queste certificazioni Palazzo Chigi ha chiarito che «i titolari o i gestori dei servizi e delle attività autorizzati previa esibizione del Green pass sono tenuti a verificare che l’accesso a questi servizi e attività avvenga nel rispetto delle prescrizioni. In caso di violazione può essere elevata una sanzione pecuniaria da 400 a 1000 euro sia a carico dell’esercente sia dell’utente. Qualora la violazione fosse ripetuta per tre volte in tre giorni diversi, l’esercizio potrebbe essere chiuso da 1 a 10 giorni».

Queste le misure varate che segnano, per l’ennesima volta, il successo di Mario Draghi sui partiti, di quella Pax Draghi, di cui abbiamo scritto nei giorni scorsi, e che alla fine mette sempre il silenziatore a tutte le polemiche ed alle voci dissonanti facendo emergere una sola, quella della presidenza del Consiglio.

Insomma, si direbbe che Draghi se la canta e se la suona e in alcuni momenti nel corso della conferenza stampa è sembrato quasi avere l’atteggiamento e la postura di colui che fa il bello e cattivo tempo. È così ha potuto ribadire che il green pass «non è un arbitrio» ma «una condizione per mantenere aperte le attività economiche».

Il premier Mario Draghi gela Matteo Salvini

Ma è stato senza dubbio un passaggio a dare chiara la dimensione della forza e della convinzione stessa di questa forza da parte dello stesso Draghi, quando rispondendo a una domanda del giornalista de La Repubblica che gli chiedeva un commento sulle dichiarazioni di Matteo Salvini riguardo la libertà di vaccinarsi degli under 40, il presidente del Consiglio ha risposto: «L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore».

Il leader leghista prova a replicare

Parole durissime, di una ruvidità mai sentita finora, che hanno portato a una balbettante e dir poco dimessa replica del leader leghista: «L’obiettivo di tutti, mio come di Draghi, è salvare vite, proteggere gli italiani, la loro salute, il loro lavoro, la loro libertà. Fondamentale mettere in sicurezza gli anziani, i nostri genitori e i nostri nonni, senza penalizzare, rinchiudere o multare i figli e i nipoti. Comunità scientifiche e governi, come quelli di Germania e Gran Bretagna, che invitano alla prudenza sui vaccini per i minorenni, invitano forse a morire? Per fortuna no».

E concludendo: «Gli italiani, come sempre, si stanno dimostrando un grande popolo, e per loro come per me il principio guida è uno: la Libertà». Come al solito più significative le ormai famose fonti che dal fronte leghista hanno fatto filtrare «sorpresa» anche perché «oggi pomeriggio c’era stata una lunga e cordiale telefonata tra Matteo Salvini e il presidente del Consiglio. Il leader della Lega aveva garantito massimo sostegno alle riforme – a partire da Giustizia e Fisco – e aveva ribadito alcune osservazioni costruttive a proposito di green pass e piano vaccinale».

E sempre in tema di fonti sulla sponda opposta a quella leghista, cioè dal Pd, sostanzialmente si plaude a Draghi protagonista di «un monito alto, in linea con quanto come Pd sosteniamo costantemente, anche a rischio di essere impopolari: prima di tutto la salute, anche perché senza la salute non ci sono le riaperture».

Per poi attaccare: «Una risposta limpida e inappellabile a Salvini che non a caso stasera corregge il tiro e parla di minorenni, quando solo pochi giorni fa aveva detto che è per gli under 40 che il vaccino non serve. La verità è che questa destra gioca a dadi con questioni delicatissime, si conferma irresponsabile. E ancora aspettiamo per Salvini, come per la Meloni, di sapere quando troveranno uno slot in agenda per fare il vaccino».

Un salto di qualità nell’ambito del confronto ‘vaccini sì-vaccini no’

Volendo uscire dalle letture politiche interessate senza dubbio l’intervento di Draghi è stato molto duro, e in un certo qual modo sembra quasi rappresentare un salto di qualità nell’ambito del confronto ‘vaccini sì-vaccini no’ che ormai da mesi si è scatenato.

Finora, infatti, chi aveva dubitato della necessità della vaccinazione lo aveva fatto leggendo i dati che, ad esempio, riferiscono di una scarsissima mortalità tra i giovanissimi, ma mai nessuno si era sognato di tacciare costoro di istigazione all’omicidio o al suicidio. Con la sua uscita il premier ha spostato il piano del confronto su quello etico facendo tabula rasa di dati, statistiche e percentuali di mortalità.

Insomma, dopo questa uscita di Draghi chiunque cercherà di mettere in dubbio la vaccinazione sarà zittito non tanto in punta di scienza ma di etica. È un cambio di prospettiva enorme che rischia di ghettizzare, e pure di zittire, coloro che finora avevano cercato di sollevare il tema dell’opportunità della vaccinazione, soprattutto in riferimento alle fasce di età. Pensiamo, ad esempio, alla vaccinazione degli adolescenti o dei bambini.

E non è un caso che proprio questo punto politico sia stato colto dal Pd, il quale ha subito cercato di sfruttare l’occasione per mettere sul banco degli imputati Salvini ma anche Fratelli d’Italia.

Il presidente del Consiglio impone la Pax Draghi

A dir la verità non è la prima volta che Draghi ricorre a uscite così forti. Fece lo stesso proprio con il Pd quando Enrico Letta propose una patrimoniale. Allora il premier con altrettanta schiettezza e durezza rispose che non era il tempo di togliere agli italiani ma di dare. E quale fu l’effetto di quella uscita? Che di quella proposta non se ne è più parlato.

La sensazione è che anche in questo caso Draghi sia intervenuto per zittire definitivamente le voci dissonanti in tema di vaccinazione. Adesso sarà interessante vedere come questo tema sarà declinato nei giorni successivi, ma la prima sensazione è che nuovamente la Pax Draghi si sia imposta e che sarà difficile trovare chi dubiterà dell’utilità della vaccinazione. Pena quella di essere considerato un istigatore di omicidio o suicidio.

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