Scuola, Drago (FdI): «Governo garantisca diritto ai trasferimenti dei docenti di ruolo»

di Redazione

«Il governo garantisca il diritto di trasferimento ai docenti di ruolo che permetta loro di rientrare o avvicinarsi alla sede di provenienza». Lo ha affermato nel corso del question time il senatore di Fratelli d’Italia Tiziana Drago.

«Da anni – sottolinea Drago – tra novemila e tredicimila docenti di ruolo, secondo quanto si apprende incrociando i dati ISTAT e del CCNI, presentano domanda di trasferimento interprovinciale ma solo una minima percentuale di queste domande viene soddisfatta a causa di un meccanismo poco chiaro e poco efficiente di assegnazione. La difficoltà di rientrare nelle sedi di provenienza penalizza non solo ma soprattutto le donne e le famiglie dei docenti, costrette ad una vita condizionata dal lavoro fuori sede, questo è dunque anche un problema di diritti civili non rispettati».

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Scuola, Drago: «Criticità derivano dai metodi di lavorazione delle pratiche di pensionamento del personale»

«Ulteriori evidenti criticità – osserva Drago – derivano dai metodi di lavorazione delle pratiche di pensionamento del personale docente: il flusso di informazioni che dovrebbe avvenire tra Sidi (Sistema informatizzato del Miur) e l’Inps, secondo un ordine di priorità e tenendo conto dell’effettiva disponibilità dei posti destinati alla mobilità, avviene non rispettando una cronologia logica e consequenziale, tanto che l’Inps dovrebbe riuscire a comunicare al MIUR i dati riferiti ai pensionamenti del personale docente in anticipo rispetto alla scadenza della presentazione delle domande di mobilità e conseguentemente prima che il SIDI venga chiuso».

«La risposta del ministro Bianchi è stata del tutto insoddisfacente»

«Ciò non avviene, in quanto le pratiche dei pensionamenti vanno lavorate successivamente alla presentazione della domanda di mobilità. La risposta del ministro Bianchi – rileva Drago – è stata del tutto insoddisfacente. Allo stato attuale delle cose, per l’anno scolastico 2021/2022, solo il 25 per cento delle domande relative ai posti assegnati alla mobilità verrà soddisfatto. Ancora una volta non vi è stata chiarezza in merito alla volontà di aprire ad una fase straordinaria di mobilità. Anzi il non dire ne indica la direzione».

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«Ormai anche il potere giudiziario non ha più potere. Ci sono, poi, le sentenze del Consiglio di Stato: nn. 2270, 8872, 8873 e 8874 del 2019; n. 881 del 2020. Tutte hanno censurato l’utilizzo dell’algoritmo del Miur servito per immissioni in ruolo e trasferimenti della 107/15. Ci sono, inoltre, una ventina di sentenze del Tar del Lazio» conclude la senatrice.

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