Slitta ancora la decisione del centrodestra sui candidati a sindaco. Napoli, Milano e Bologna al palo, ma il tempo stringe

Su Catello Maresca si concentrano i dubbi dei partiti: presentare le liste senza nomi e simboli di partito?

Ancora una settimana di riflessioni. Il centrodestra sulla via della scelta dei candidati sindaci si ferma di nuovo e decide di prendersi ancora dei giorni per decidere. Il 24 giugno è la nuova deadline fissata dai leader per chiudere definitivamente la partita, anche perché andare oltre sarebbe davvero rischioso.

È vero che al momento non è stata fissata una data delle elezioni amministrative, senza dubbio un’anomalia abbastanza grave, ma presumibilmente dovrebbe cadere intorno al 15 ottobre. In tutto, quindi, ci sono quattro mesi per cercare a Napoli, Milano e Bologna di insidiare il centrosinistra. Non moltissimi e perciò aspettare ancora potrebbe essere davvero rischioso.

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Calabria, via libera per il forzista Occhiuto

Comunque sia il vertice di ieri almeno un risultato l’ha ottenuto e cioè il via libera alla presidenza della Regione Calabria per il forzista Roberto Occhiuto. Un’ipotesi che circolava da tempo e che si è concretizzata intorno al ticket con l’attuale presidente facente funzioni Antonino Spirlì della Lega.

Come detto rimangono in ballo Napoli, Bologna e Milano ognuna con una precisa criticità e con un particolare livello di difficoltà. Tra le tre a prima vista Napoli potrebbe sembrare il caso più facile da risolvere visto che qui una candidatura in campo c’è, quella di Catello Maresca, soltanto che bisogna raccoglierla e sostenerla. Più facile a dirsi che a farsi e in questo senso lo stesso ex pm ce ne ha messo del suo.

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Napoli, Fratelli d’Italia non vuole rinunciare al simbolo

Al di là di alcune uscite improvvide, come quella di chiedere a Salvini le scuse per alcune dichiarazioni non certo lusinghiere rilasciate in passato su Napoli, il vero nodo è rappresentato dalla richiesta di Maresca che le liste che lo appoggino non rechino simboli di partito. Insomma se Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia vorranno sostenere la candidatura del pm anticamorra dovranno fare a meno dei loro simboli.

Richiesta non di poco conto che specie dalle parti di FdI sta creando dubbi. Infatti, se dalle parti di Lega e FI si sarebbe disposti a correre senza i rispettivi simboli, addirittura dando vita a una lista unica, non è così dalle parti di FdI che alla ‘fiamma’ non hanno alcuna voglia di rinunciarci.

Chiaramente non si tratta di una semplice questione sentimentale, ma piuttosto di un preciso calcolo politico legato ai numeri dei sondaggi che danno il partito di Giorgia Meloni in costante crescita. Il timore, insomma, è che tirando su una lista anonima si possa perdere quella spinta decisiva per conquistare la leadership del centrodestra a Napoli, che peraltro già alle scorse regionali ha ottenuto.

Chiaro, invece, a sua volta la disponibilità al progetto civico di Maresca di Lega e Forza Italia che in questo modo eviterebbe di misurarsi e, nell’eventualità, di dover constatare un ruolo subalterno a Napoli nell’alleanza di centrodestra. Ecco perché si è deciso di prendere ancora qualche altro giorno per cercare di trovare una soluzione che non spenga la ‘fiamma’ ma allo stesso tempo tenga accesa quella del civismo che Maresca sta esibendo dall’inizio della campagna elettorale.

La sensazione è che alla fine il matrimonio si farà, anche perché a questo punto è difficile immaginare una candidatura alternativa a quella di Maresca e allo stesso tempo nessuno ha intenzione nel centrodestra di dividere la coalizione, che inoltre significherebbe consegnare la vittoria al Pd e al M5S.

Milano, Gabriele Albertini vice

Più incerte le situazioni su Bologna e Milano dove qui bisogna partire da zero e cioè dalla scelta dei candidati. Soprattutto nel capoluogo lombardo la partita appare delicata visto che qui Salvini si gioca tanto della sua credibilità di leader della coalizione. Proprio per questo sta temporeggiando alla ricerca della soluzione migliore. Almeno sul ruolo del vice sembra essere giunto a un punto fermo e cioè l’ex sindaco Gabriele Albertini che ha dato la sua disponibilità ad affiancare un esponente della società civile.

Il nome più accreditato sembra al momento Oscar Di Montigny, manager di Banca Mediolanum e genero di Ennio Doris a cui, appunto, potrebbe essere affiancato un uomo di esperienza e che conosce bene la macchina comunale come Albertini. Più attardarti i nomi di Maurizio Lupi e di Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia. Ma come detto una decisione va presa e in fretta anche perché Sala, che già ha il vantaggio di essere sindaco uscente, da tempo è in campagna elettorale.

Bologna, in pole i candidati civici

Infine, Bologna. Anche qui si è alla ricerca del nome migliore. Da un lato, quello politico del senatore forzista Andrea Cangini e, dall’altro, quello di due civici l’imprenditore Fabio Battistini (già in campo e che oggi ha ribadito di voler andare avanti comunque) o il fondatore delle edizioni Minerva, Roberto Mugavero. La sensazione è che la partita sia tra i due civici, come conferma lo stesso Cangini che su facebook scrive: «L’orientamento è quello di indicare candidati civici al 100%».

Indicazione che conferma lo stesso Salvini: «La scelta del coinvolgimento della società civile vale a Milano, come Torino, Roma, Bologna. Ci siamo presi questo impegno di un centrodestra inclusivo, solidale e innovativo». Quindi ora non resta che chiudere e sempre Salvini assicura: «Chiudiamo entro la prossima settimana». Speriamo che sia così, perché ormai il tempo stringe.

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