Coronavirus, frenata nuovi casi: 355. Ma i decessi sono 575. Record di guariti in 24 ore

di Redazione

Calano ancora i ricoveri in terapia intensiva per l’emergenza Coronavirus. Ad oggi sono 2.812, 124 in meno rispetto a ieri. Di questi, 971 sono in Lombardia, 61 in meno rispetto a ieri. Il dato è stato fornito dalla Protezione civile. Dei 106.962 malati complessivi, 25.786 sono ricoverati con sintomi, 1.107 in meno rispetto a ieri, e 78.364 sono quelli in isolamento domiciliare. Sono complessivamente 106.962 i malati di coronavirus in Italia, con un incremento di 355 rispetto a ieri, quando l’aumento era stato di 1.189.  Si tratta dell’incremento più basso dal 2 marzo: quel giorno l’aumento dei nuovi casi fu di 258 mentre il giorno dopo l’incremento fu di 428 nuovi casi positivi.

In leggera flessione anche il numero delle vittime. Sono 22.745 le persone morte dopo aver contratto il coronavirus in Italia, con un aumento rispetto a ieri di 575. Le persone guarite sono 42.727, 2.563 più di ieri. Mai così tanti dall’inizio dell’emergenza.

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Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 33.434 in Lombardia, 13.585 in Emilia-Romagna, 13.998 in Piemonte, 10.618 in Veneto, 6.583 in Toscana, 3.459 in Liguria, 3.157 nelle Marche, 4.214 nel Lazio, 3.027 in Campania, 1.990 nella Provincia autonoma di Trento, 2.656 in Puglia, 1.428 in Friuli Venezia Giulia, 2.139 in Sicilia, 1.942 in Abruzzo, 1.582 nella Provincia autonoma di Bolzano, 494 in Umbria, 872 in Sardegna, 819 in Calabria, 491 in Valle d’Aosta, 266 in Basilicata e 208 in Molise.

Coronavirus, Locatelli: «Abbiamo impedito la diffusione del contagio al Centro Sud»

«Essere riusciti a impedire la diffusione del contagio nelle regioni del centro sud è un dato ormai solidamente corroborato dall’evidenza dei numeri: anche oggi ben 13 tra Regioni e Province autonome hanno un numero di decessi inferiore a due cifre, addirittura due regioni senza casi fatali». Lo ha detto Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, in conferenza stampa alla Protezione civile.

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Stop all’appuntamento quotidiano con la conferenza stampa della Protezione Civile, che non è mai mancata dallo scorso 22 di febbraio. «I dati sanitari ci indicano che si è alleggerita decisamente la pressione sulle strutture ospedaliere e tutto ciò ci rende consapevoli del grande lavoro svolto negli ospedali e della collaborazione dei cittadini – ha detto Borrelli – Per questo abbiamo deciso di rimodulare le conferenze stampa: continueremo a garantire massima trasparenza su dati ogni giorno veicolandoli sul sito, mentre due volte a settimana terremo un punto stampa».

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