Speranza pronto a una nuova ordinanza, niente più raccomandazione ma indicazioni perentorie su AstraZeneca
Due Italie. Una con la testa alla pandemia e un’altra con il cuore lontano, a cui ha contribuito anche la partita inaugurale a Roma dell’Italia ai campionati europei di calcio che dopo più di un anno ha visto il ritorno dei tifosi allo stadio. È l’immagine di un Paese diviso tra passato, e purtroppo ancora presente, e futuro, proteso a mettersi alle spalle quanto accaduto in questo anno e mezzo.
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E capita così che la notizia delle nuove limitazioni alle somministrazione del vaccino anglosvedese, AstraZeneca, si intersechi con le prossime amministrative (ieri è staro finalmente presentato il ticket di Centrodestra per la città di Roma) e i nuovi assetti politici all’interno del Centrodestra e del Centrosinistra. Segnale di una voglia di guardare avanti, ma allo stesso tempo monito a non abbassare la guardia perché il Covid-19 continua ad essere tra di noi.
E partendo proprio dalla pandemia ieri il Cts prima e poi il ministero hanno cercato di fare finalmente chiarezza sulla somministrazione del vaccino Astrazeneca. Nessun utilizzo per chi ha meno di sessant’anni mentre per quanto riguarda coloro che sono in attesa della seconda dose faranno o Pfizer o Moderna. Insomma, un giro di vite dopo la morte della povera diciottenne di Genova, deceduta proprio dopo l’inoculazione di AstraZeneca. Ragazza che, peraltro, si è scoperta avere una malattia del sangue, la piastrinopenie, e che avrebbe potuto influire nella morte.
Niente vaccino AstraZeneca negli open day
Comunque sia il ministero ha deciso per la stretta, come ha spiegato in conferenza stampa lo stesso ministro Speranza: «Tradurremo in maniera perentoria le indicazioni del Comitato tecnico scientifico» e che nelle prossime ore firmerà l’ordinanza. Quindi, niente più raccomandazioni e libertà per le Regioni da domani negli open day non sarà più possibile dare ai giovani AstraZeneca. Chiaro che questo avrà un impatto sui numeri della campagna vaccinale anche se il commissario Francesco Figliuolo si è detto «convinto che tra luglio e agosto riusciremo a mitigarlo».
Accanto a questo anche la bella notizia di sempre più Regioni in fascia bianca. Da lunedì, infatti, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia e la Provincia autonoma di Trento si aggiungeranno alle altre regioni già da tempo ‘in bianco’. Il che significa niente coprifuoco e poche limitazioni come l’obbligo del distanziamento e delle mascherine. Un’Italia che va sempre più sbiancandosi, il che naturalmente contribuisce a dare il senso di un progressivo ritorno alla normalità.
Normalità che si respira in ‘quell’altra Italia’ che invece ha la testa ai prossimi impegni politici. Primo fra tutti le elezioni amministrative. Dopo il vertice di mercoledì, ieri c’è stata la presentazione del ticket di centrodestra Michetti-Matone per il Comune di Roma. Presenti i tre leader Salvini, Meloni e Tajani per lanciare la volata al duo civico. «Sarò un tribuno» ha esordito Michetti, pronto a farsi portavoce delle istanze dei romani. Una campagna elettorale in cui ha ribadito di non voler polemizzare con gli altri sfidanti ma di concentrarsi sul programma delle cose da fare. Ed accanto a loro l’assessore alla Cultura in pectore, Vittorio Sgarbi, deciso a «fare miracoli per Roma».
Il Centrodestra e la federazione tra Lega e Forza Italia
Ma nella giornata delle presentazioni ufficiali a tenere banco nel Centrodestra è anche il tema della federazione tra Lega e Forza Italia. Da giorni il progetto ha subito una decisa frenata, complici le tante resistenze interne al partito di Berlusconi, il quale però sembra voler continuare sulla strada federativa. C’è l’ipotesi anche di un faccia a faccia tra i due, non appena il Cavaliere starà meglio e che dovrebbe dare un’ulteriore accelerata all’operazione.
Rimangono però i dubbi alimentati anche dal gelo di Fratelli d’Italia, che continua a ribadire di non essere interessata e derubricando l’operazione al tentativo «di Lega e FI di organizzarsi meglio per arginare lo strapotere delle sinistre nel governo Draghi in preoccupante continuità con il governo precedente». Posizione che stando ai sondaggi che circolano sembra premiare Giorgia Meloni.
Infatti, secondo una ricerca di Emg-Different per Adnkronos a fronte di un 56 per cento favorevole all’unione tra i partiti di Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, la Federazione però toglierebbe voti a entrambi, arrivando solo al 23,8 per cento (-4,7% rispetto alla somma di Lega e Fi). Il tutto a favore di Fratelli d’Italia (quasi +2 per cento), ma anche dei partiti più piccoli come Coraggio Italia di Luigi Brugnaro e Giovanni Toti, Noi con l’Italia di Maurizio Lupi.
Numeri che quindi impongono di procedere con cautela. Intanto, c’è però da chiudere la partita delle amministrative. Manca ancora il sindaco a Milano, e pure lì sembra che si deciderà per un ticket, Napoli e Bologna. E probabilmente solo dopo si potrà riprendere il filo della federazione. Sperando che non si tratti della tela di Penelope.
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