Le amministrative hanno scoperchiato l’inconsistenza della classe politica locale

di Nicolò Antonio Cuscunà

Sicuramente una cosa buona la pandemia l’ha evidenziata: «i piedi d’argilla della politica». Non v’è città d’Italia, regione o provincia dove i partiti, rappresentati con deputati, senatori e leader, godano non ottima, né buona, ma almeno discreta salute.

Il posticipo in autunno, delle scadenze amministrative primaverili, ha definitivamente scoperchiato l’inconsistenza della cosiddetta classe periferica di partiti e movimenti. Slittamento fortuito e provvidenziale, atteso che ad oggi non sono ancora indicati, i candidati sindaci, partiti, gruppi, coalizioni, programmi e strategie. Da Roma a Caserta gli unici movimentisti, assemblati e pronti, sono il “civismo d’area”.

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Chi ha tempo non perda tempo, non è uno slogan per evidenziare ritardi rispetto al doveroso impegno da profondere per amministrare la “res publica”. Non è dato comprendere gli stratosferici ritardi accumulati, senza distinzione di localizzazione spaziale (centrodestra o centrosinistra), nel presentarsi agli elettori. Ritardi oramai non giustificati né giustificabili, ritardi colpevoli e imperdonabili. Ritardi generatori di sfiducia rispetto a quella politica “governo dei popoli”, ritardi matrici di sfiducia ai residuali partiti fatti solo di leaders nazionali.

Nelle prossime ore a Roma, il centrodestra (Lega, F.I. e F.d.I.) terrà la riunione in cui indicherà i candidati sindaco delle città metropolitane, capoluoghi di regione e di provincia. Indicazione di strategie spartitorie come precedentemente annunciato da Salvini, Tajani e Meloni.

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Notizie di fonte certa indicano il coinvolgimento-ripiego su nomi d’apparato, risultando quasi impossibile il coinvolgimento di personaggi della “cosiddetta società civile”. Nell’una e nell’altra ipotesi, nomi d’apparato o della società civile, i simulacri dei partiti dei leaders dimostrano di non avere classe dirigente idonea ad amministrare. Classe dirigente preparata, credibile e inserita nella società reale.

L’assenza di classe dirigente è comune ad entrambi gli storici “opposti” schieramenti, con l’aggiunta del M5S oramai ridotto a partito d’apparato in via d’estinzione nel Paese reale. Queste le regioni all’origine del sorgere di liste civiche. Tra simulacri dei residui partiti e le liste civiche, spesso si rischia di cadere dalla cosiddetta padella nella brace. Il motivo è facile a trovarsi: «le liste civiche, spesso nate per arrivismi e personalismi, non rispondono a “valori etici e ideali” individuabili, dichiarati e concreti».

Nelle prossime ore, almeno il centrodestra ufficiale, comunicherà i nomi dei prescelti candidati sindaci. Forse resteranno alcuni nodi da sciogliere per le città metropolitane (Milano e Roma), luoghi d’amministrare con oculatezza e responsabilità visto il disastri creati dagli uscenti Raggi M5S e Sala PD.

Lega, Fratelli patrioti e forzisti useranno il manuale spartitorio detto Cencelli, sempre riuscendo ad avere disponibile materia umana di qualità. Nella città della Reggia dei Borbone la scelta sembra quasi certa, la Lega indicherà un suo sindaco.

La Lega di Salvini oramai sbarcata al Sud con ampio seguito e consensi (Salvini è eletto senatore nel collegio Calabria 1°, 93 comuni compresi tra le province di Cosenza e Krotone) ha idea di apporre la bandierina del Carroccio sulla città della Reggia. Per cui, ai consensi calati dall’alto di Giussano sperano aggiungere il bagaglio elettorale-personale del giovane deputato regionale Gianpiero Zinzi.

Riuscirà il centrodestra a convincere il giovane politico a rinunciare al posto in consiglio regionale e puntare sulla scomoda seggiola di palazzo Castropignano?

Riuscirà la Lega a fare la quadra con gli alleati F.I. e F.d.I., rappresentati da deputati regionali, elettoralmente cimentati e quantizzati, e senatori eletti in loco, assenti e sconosciuti (Claudio Barbaro ); oppure eletti altrove e ugualmente corpo estraneo al territorio (Giovanna Petrenga)?

Attenderemo con ansia d’apprendere il destino assegnato dall’alto ai “comuni mortali” di periferia. Non ringraziamo nessuno, accusiamo l’inconsistente classe dirigente locale di partiti virtuali non votati alla politica servizio. Sempre disponibili al confronto

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