Dopo il caso Fedez Pd e M5S gridano a una Rai senza politica, ma sono loro i primi a lottizzarla

di Dario Caselli

A tre giorni dal Concerto del Primo Maggio e dall’intervento di Fedez sul ddl Zan, che tante polemiche ha sollevato, la tensione non sembra scemare. Anzi con il passare dei giorni questa sembra aumentare arricchendosi di nuovi particolari e soprattutto di nuovi fronti di scontro. A quello legato al disegno di legge sul reato di omofobia che vorrebbe introdurre il deputato del Pd Zan, adesso si è aggiunto quello della riforma della Rai declinata secondo il verbo di meno politica in Rai.

A scatenare tutto ciò la censura, che alla fine si è scoperto non c’è mai stata, subita da Fedez per il suo intervento al Concertone da parte dei vertici Rai. Accusa lanciata dallo stesso cantante e che in maniera sdegnosa viene rigettata proprio dall’Azienda di Stato, pronta a ricorrere alla magistratura ordinaria per ristabilire l’onore violato.

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Nonostante questo, la canea vociante dei politici di centrosinistra si è subito sintonizzata sulla frequenza di ‘basta lottizzazione’ e di ‘togliere la politica dalla Rai’. Prima Giuseppe Conte, poi Enrico Letta e ieri dalle colonne di Repubblica il presidente della Camera Roberto Fico, tutti uniti dalla volontà di ‘ripulire’ la Rai dalle influenze politiche. Peccato che proprio loro siano stati i primi in questa legislatura, e qualcuno nelle passate, a influire pesantemente nelle scelte aziendali ed editoriali della Rai.

Comunque sia tutti ora gridano al rinnovamento. Difficile che questo porti ad una vera riforma della governance. Non ci sono i tempi ma soprattutto mancano i numeri per farla. Soprattutto non ce li ha questa maggioranza che di certo ha ben altri problemi a cui pensare e su cui già con grande difficoltà riesce a trovare una sintesi. Lo sa benissimo Mario Draghi che al massimo è disposto a ragionare sul dossier del rinnovo dei vertici Rai, che ormai sono a scadenza.

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Questo però non significa che Mr Bce acceleri la pratica. Il CdA andrà a scadenza naturale ed entro il 30 giugno dovranno essere espletate le pratiche per quello nuovo che, come prevede la legge, vede 4 componenti eletti dal Parlamento, due dal governo ed uno dai dipendenti Rai. Sarà casomai in questo momento che si cercherà di privilegiare logiche che premino meno l’appartenenza e più la professionalità. Ma non sarà facile.

Di certo però questo non è il primo dossier sulla scrivania di Mario Draghi e della maggioranza. La precedenza, naturalmente, riguarda la pandemia e soprattutto la gestione della crisi economica. In settimana dovrebbe esserci il primo via libera al dl Sostegni in Senato, ok che dovrebbe essere definitivo visto che la scadenza ravvicinata del dl, il 21 maggio, imporrà soltanto un passaggio formale alla Camera. Per questo tutto il lavoro sarà svolto a Palazzo Madama. Questo spiega anche i tempi più lunghi di esame in Commissione proprio per risolvere tutte le questioni ancora aperte.

Nel provvedimento dovrebbe passare lo stop per il pagamento del canone Rai per tutto il 2021 per le strutture ricettive, bar e ristoranti, l’esenzione per il versamento della prima rata dell’Imu per le imprese in difficoltà beneficiarie dei contributi a fondo perduto, l’esenzione per tutto il 2021 del canone per l’occupazione del suolo pubblico. Il via libera è atteso tra giovedì e venerdì.

Intanto, il governo è a lavoro per il dl Sostegni bis dove dovrebbe rientrare tutto ciò finora rimasto fuori dai primi provvedimenti. Si tratta di un provvedimento di circa 40 miliardi che arriverà entro la settimana sul tavolo del Consiglio dei ministri. Le indiscrezioni parlano di nuovi contributi a fondo perduto per le imprese più colpite dalla crisi Covid, garanzie sulla liquidità, incentivi per la ripartenza. Come sempre la parte del leone saranno gli indennizzi alle imprese con perdite oltre il 30 per cento durante la pandemia.

Attenzione anche a chi è in difficoltà a causa della pandemia con nuovi aiuti come buoni spesa, reddito di emergenza, ed agevolazioni agli under 36 per comprare casa senza pagare tasse.  Inoltre, si prevede l’estensione dello smart working nel privato fino a fine settembre e il finanziamento della prima produzione pubblica di vaccini e anticorpi monoclonali nello stabilimento militare di Firenze.

Se ne parlerà verso la fine di questa settimana, quando probabilmente inizierà a farsi largo l’altro grande tema e cioè quello delle riaperture e del coprifuoco. L’appuntamento è per venerdì 14 ma è probabile che i primi segnali e richieste possano arrivare già questa settimana.

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