Morte di Martina Rossi, i due imputati condannati a 3 anni di reclusione. Il padre della ragazza: «Il sole è andato anche ai giusti»

di Redazione

Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi condannati a tre anni per tentata violenza sessuale di gruppo nel processo bis presso la Corte d’Appello di Firenze sul caso della morte di Martina Rossi, la studentessa 23enne deceduta il 3 agosto 2011 precipitando da un balcone dove era in vacanza con le amiche a Palma di Maiorca (Spagna).

La sentenza è stata emessa oggi pomeriggio, alle 16, ed è stata letta dal presidente Alessandro Nencini. In aula erano presenti i due giovani condannati (che prima della camera di consiglio non hanno rilasciato dichiarazioni spontanee come era stato invece annunciato) e i genitori di Martina, Bruno Rossi e Franca Murialdo, che hanno lottato a lungo per far riaprire il caso.

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La Corte ha accolto la pena illustrata dal sostituto procuratore generale Luigi Bocciolini, lo scorso 7 aprile: al termine della sua requisitoria aveva chiesto la condanna dei due a 3 anni di reclusione, che peraltro si estinguerà per prescrizione tra la fine della prossima estate e l’autunno. Le difese dei due imputati avevano chiesto l’assoluzione per i loro assistiti.

Secondo la ricostruzione dell’accusa, a Palma di Maiorca la notte tra il 2 e il 3 agosto Martina Rossi salì in camera dei due giovani perché nella sua stanza le amiche erano in compagnia degli altri due ragazzi della comitiva di aretini e avevano formato due coppie. All’alba Martina precipitò dal balcone della stanza 609 dell’hotel ‘Santa Ana’, quella dei due giovani Albertoni e Vanneschi, per sfuggire, sempre secondo l’accusa, a un tentativo di stupro

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«Dicono che il sole vada ai belli ma oggi è andato anche ai giusti» ha affermato Bruno Rossi, padre di Martina. «Questa è la fine di un tentativo di fare del nuovo male a Martina. Ci hanno provato ma non ci sono riusciti. Il mio primo pensiero è andato a lei, ai suoi valori, a lei che non ha fatto niente e ha perso la vita».

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