Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha annunciato che entro settembre tutti i militari della Nato, tra cui anche i soldati italiani, lasceranno l’Afghanistan dopo 20 anni. L’ha definita «una decisione storica» quella scaturita dal vertice di Bruxelles ma che in queste ore non sta mancando di scatenare polemiche. In precedenza l’annuncio della decisione della Nato era stato dato dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
Come da sempre capita (prima di lui lo hanno fatto anche altri) il ministro Di Maio ha tentato di portare ‘acqua al suo mulino’. «Lo abbiamo deciso ieri a Bruxelles dopo il vertice ristretto insieme ai ministri degli esteri di Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Turchia e successivamente nel vertice NATO allargato» ha affermato.
Ma secondo alcune fonti la decisione sarebbe stata presa dagli USA e il resto tutto una conseguenza. L’Italia quindi, dovrà abbandonare, giocoforza, Herat e il territorio afghano prima che l’ombrello aereo protettivo americano svanisca.
Afghanistan, Rauti: «Urgente informativa di Di Maio e Guerini al Parlamento»
Le polemiche però non si fermano su chi abbia deciso il ritiro. L’annuncio del ministro degli Esteri sui social, ancor prima che al Parlamento ha lasciato perplesse molte persone tra cui la senatrice Isabella Rauti, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Difesa.
«Dopo alcuni generici annunci durante i governi Conte 1 e 2, ora arriva la notizia della decisione di ritirare il nostro contingente impegnato in Afghanistan. Senza entrare nel merito poniamo, intanto, una questione di metodo: una tale determinazione non può essere comunicata sui media, senza che il Parlamento sia preventivamente informato» ha affermato.
«Si tratta di una mancanza di rispetto del ruolo del Parlamento – sottolinea la senatrice – ed anche nei confronti delle nostre Forze Armate e del loro impegno in una Missione particolarmente difficile, alla quale l’Italia ha dedicato tanti sacrifici e per la quale piangiamo molti caduti».
Fratelli d’Italia ha chiesto «un’informativa urgente alla Camera ed al Senato del ministro degli Esteri Di Maio e del ministro della Difesa Guerini in merito al ritiro delle nostre truppe, per conoscerne modalità, tempistiche e strategie, nonché le misure di sicurezza che si intendono prendere in vista della fine della Missione. Giudichiamo irresponsabile e di cattivo gusto, fare propaganda politica anticipando decisioni suscettibili di gravità, scavalcando le prerogative parlamentari e non considerando le possibili conseguenze» ha concluso.