Il governo Draghi tra riaperture e nuovi sostegni, due giorni per cominciare a parlare di futuro

di Antonella Di Martino

Gli italiani aspettano l’allentamento delle restrizioni e la possibilità di tornare a una parvenza di normalità. Il giorno decisivo per avere una data sulle prime riaperture potrebbe essere domani quando, dopo la consegna dei dati di monitoraggio settimanali, si dovrebbe svolgere la Cabina di regia con il presidente del Consiglio Mario Draghi. A spingere verso una graduale riapertura, oltre alla Lega e Forza Italia, ora ci sono le Regioni che chiedono di rimodulare le restrizioni.

«In questo momento non stiamo affrontando solo un tema economico e lavorativo», perché «i cittadini non vivono più come un anno fa le misure messe in campo. Dopo un anno di sacrifici, e a volte di drammi, c’è molta ritrosia a rispettare i divieti». Lo ha detto il presidente della conferenza delle regioni, Massimiliano Fedriga. «E allora, io dico: non è meglio cercare di trovare delle regole, anche rigide ma per farle rispettare, piuttosto che mettere dei divieti?».

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Le Regioni spingono anche per la riapertura di palestre, cinema, teatri e musei che potrebbe avvenire a maggio. Per le palestre però si parla di un via libera condizionato alle sole lezioni individuali. Si va anche verso la riapertura dei ristoranti e si fa largo l’ipotesi di uno spostamento del coprifuoco alla mezzanotte dando così la possibilità ai ristoranti con tavolini all’aperto di lavorare anche di sera a cena. Tutto questo naturalmente dati permettendo.

Tra riaperture e nuovi sostegni, oggi Consiglio dei Ministri

Ma non solo riaperture, oggi dovrebbe esserci il Consiglio dei Ministri per varare il nuovo Def e lo scostamento di bilancio da 40 miliardi (che potrebbe anche essere di 43) per sostenere ancora l’economia. La linea del Governo è quella di prevedere un doppio intervento sui cali di fatturato e sui costi fissi. E nuovo sostegno alla liquidità. L’intero pacchetto potrebbe essere presentato alle Camere per la votazione martedì prossimo. Ma perché il nuovo decreto veda la luce però bisognerà aspettare fine aprile o i primi di maggo

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Intanto nel Consiglio dei ministri di ieri c’è stato un lungo confronto su come utilizzare le risorse – che andranno anche ad alimentare il nuovo fondo complementare al Recovery -, da circa 30 miliardi da qui al 2026, chiamato a finanziare i progetti esclusi dal piano. Il ministro Giancarlo Giorgetti, come il suo predecessore Stefano Patuanelli, ora all’Agricoltura, spinge perché siano prorogati gli strumenti a sostegno della liquidità a partire dal Fondo di Garanzia delle Pmi che «ha permesso di erogare quasi 150 miliardi alle imprese con la garanzia dello Stato».

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